RD Congo, Azione contro la fame: crisi alimentare alle porte

L'escalation del conflitto nella provincia del Nord Kivu sta spingendo la popolazione verso la fame. Già quasi due milioni e mezzo gli sfollati. Appello della ong al Consiglio di sicurezza Onu riunito oggi

RD Congo, Azione contro la fame: crisi alimentare alle porte

L'escalation del conflitto nella provincia del Nord Kivu, nell'est della Repubblica Democratica del Congo, sta spingendo la popolazione verso il rischio imminente di una grave crisi alimentare, oltre ad aver già prodotto quasi due milioni e mezzo di sfollati. Per questo l'organizzazione Azione contro la fame (Acf) esorta i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riuniti oggi, a garantire che la crisi della fame non si aggravi, chiedendo il rispetto della risoluzione 2417 che ha riconosciuto il legame tra guerre e fame, attraverso l'impegno con le parti in conflitto per facilitare l'accesso umanitario e il rispetto del diritto internazionale umanitario.

In una nota Acf avverte che da gennaio scorso l'escalation dei combattimenti nel Nord Kivu è caratterizzata dall'attacco indiscriminato ai civili e alle infrastrutture, dalla militarizzazione dei campi per sfollati e dalla restrizione dei movimenti sulle principali vie di approvvigionamento per il libero passaggio di cibo, beni essenziali e aiuti.

Solo a febbraio, oltre 240mila persone sono fuggite nella città di Goma, portando il numero degli sfollati a oltre 600milanei campi e nei siti informali intorno alla città. Le famiglie in fuga dal conflitto arrivano in condizioni nutrizionali e sanitarie deplorevoli. Al di fuori di Goma e in tutto il Nord Kivu, dove ci sono oltre 2,4 milioni di sfollati, la situazione rimane allarmante. I civili sono continuamente costretti a fuggire dai combattimenti, per giorni, settimane o mesi, lasciando loro poche possibilità di coltivare o acquistare cibo. I combattimenti e i blocchi indotti impediscono inoltre alle organizzazioni umanitarie di fornire gli aiuti tanto necessari.

Florian Monnerie, direttore di Azione contro la fame nel Paese, riferisce che "dalla recrudescenza del conflitto, la situazione nutrizionale dei bambini che si rivolgono alle strutture sanitarie di Azione contro la Fame nei campi 1 e 2 di Lushagala è peggiorata, e il numero di quelli gravemente malnutriti sotto i 5 anni ricoverati si è moltiplicato per quattro volte, dal novembre 2023. A febbraio, Acf ha ricevuto fino a 10 nuovi casi al giorno di bambini in condizioni di malnutrizione acuta grave".

Nella zona di Mweso, nel territorio di Masisi, Acf ha invece dovuto interrompere le sue attività per tre settimane a causa degli intensi combattimenti nella zona. A causa dell'accesso umanitario limitato, famiglie e comunità sono state lasciate senza assistenza né protezione.

Monnerie conclude con un appello: "Azione contro la fame, insieme ad altre organizzazioni umanitarie, chiede con urgenza la cessazione delle ostilità e il rispetto del diritto internazionale umanitario, consentendo la protezione della popolazione civile e la consegna sicura di aiuti neutrali e imparziali ai più bisognosi. È necessaria un'azione immediata per prevenire ulteriori perdite di vite umane".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)