Svizzera condannata dalla Corte europea per emissioni serra, plaude Legambiente

Per l'organizzazione ambientalista, è una “sentenza storica, che potrebbe avere effetto a cascata per i 46 Stati del Consiglio d'Europa. Italia cambi rotta subito, recuperando ritardi nella lotta alla crisi climatica”

Svizzera condannata dalla Corte europea per emissioni serra, plaude Legambiente

“Una sentenza storica, che potrebbe avere un effetto a cascata per tutti i 46 stati del Consiglio d'Europa”: così il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, esprime soddisfazione per la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo che, accogliendo il ricorso di circa duemila donne dall'età media di 75 anni, ha condannato la Svizzera per aver ignorato l’obbligo di tagliare le emissioni serra in misura sufficiente a ridurre il pericolo di una violazione dei diritti umani. “È la prima volta che un tribunale transnazionale specializzato in diritti umani sostiene esplicitamente il diritto alla protezione del clima – osserva Ciafani - mettendo in relazione la difesa del clima e i diritti umani, e condanna l’inazione dei governi”.

Di qui l'appello di Legambiente “L’Italia cambi rotta subito, recuperando i ritardi accumulati nella lotta alla crisi climatica, smettendo di rincorrere le emergenze e di pagare in termini di vite umane e danni ai territori. Ce lo ricordano i dati dell’Osservatorio Città Clima: nel 2023 si sono verificati ben 378 eventi meteorologici estremi, +22% rispetto all’anno precedente con danni miliardari ai territori e la morte di 31 persone”, continua Ciafani, sollecitando quindi il governo a ad accelerare nella “attuazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), con una strategia chiara di prevenzione che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. Sarà inoltre importante approvare un PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, con obiettivi più ambiziosi di produzione di energia rinnovabile e di riduzione di gas climalteranti al 2030, andando ben oltre il 40% di riduzione delle emissioni previsto attualmente e raggiungendo almeno il 65% per essere in linea con l’obiettivo di 1.5°C previsto dall’Accordo di Parigi”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)