Che cosa pensa la Chiesa della cremazione? La risposta

La pratica della cremazione è una consuetudine millenaria in Oriente, mentre in Occidente la sepoltura è la modalità prevalente, almeno fino all’Ottocento, quando anche in Europa si regolamentò la cremazione, anzitutto per ragioni igienico sanitarie.

Che cosa pensa la Chiesa della cremazione? La risposta

Tuttavia, per molti, questa scelta divenne un modo per manifestare il proprio ateismo e l’avversità contro la fede cristiana: esprimeva la volontà di affermare che, con la morte, tutto finisce e non c’è resurrezione dei corpi. Possiamo perciò comprendere perché la Chiesa all’inizio vi si oppose fermamente. Le cose cambiano nel Novecento, quando la scelta della cremazione non è fatta in spregio alla fede cristiana ma per altre ragioni. Inizia così anche nella Chiesa a farsi strada una diversa considerazione di questa pratica. Nel 1963 Paolo VI promulga un’istruzione nella quale si afferma che la cremazione non impedisce di esprimere la fede cristiana nella resurrezione dei corpi. Tale apertura è recepita nel Codice di Diritto Canonico del 1983 ed è ribadita in un documento della Congregazione per la dottrina della fede del 2016. Negli ultimi due decenni sono apparsi anche documenti pastorali volti a dare un senso cristiano alle nuove forme di ritualità connesse alla morte. Recentemente, nel dicembre 2023, una nota del Dicastero per la dottrina della fede ha chiarito alcune questioni in merito alla conservazione delle ceneri e alla prassi della loro dispersione. Le ceneri vanno conservate in apposite urne e in un luogo sacro (il cimitero) «per non sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana». Si consente, tuttavia, alla famiglia «di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto». Non si consente, invece, la dispersione delle ceneri, perché impedirebbe di avere un segno che sia memoria del defunto e un luogo perché la comunità cristiana possa ricordarlo nella preghiera. Resta questo il criterio per valutare l’appropriatezza di ogni pratica legata ai riti funebri e al ricordo dei defunti.

mons. Andrea Gaino
Docente di Teologia Morale fondamentale all’Issr san Pietro martire e studio teologico san Zeno di Verona

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