Cinquemila firme per tutelare l'ospedale di Dolo

5 mila firme per chiedere la sospensione dei provvedimenti previsti dalle schede ospedaliere e relativi all’ospedale di Dolo. Questa in sostanza la richiesta che il Coordinamento iniziativa a tutela dell’ospedale di Dolo ha rivolto a giunta e consiglio regionale consegnando la sottoscrizione al presidente Clodovaldo Ruffato e al presidente della commissione sanità, Leonardo Padrin.

Cinquemila firme per tutelare l'ospedale di Dolo

«Con questa petizione portiamo avanti – ha sottolineato Valter Mescalchin illustrando l’iniziativa alla stampa – quanto votato ed approvato in tutti i consigli comunali della Riviera del Brenta, che chiedono appunto, in attuazione al piano socio sanitario, il mantenimento dell’ospedale organizzato in due sedi, Dolo e Mirano, garantendo per il primo la natura di ospedale per acuti. Riteniamo che alcune scelte, se attuate, diventerebbero irreversibili oltre a rappresentare costi maggiori e con risultati molto discutibili. Riteniamo, anche, che un’area territoriale come la Riviera del Brenta, che si estende da Mestre a Padova da una parte e fino a Chioggia dall’altra, non possa rimanere completamente scoperta di strutture ospedaliere per acuti. Ci sembra che le schede ospedaliere e il conseguente atto aziendale, almeno per il nostro territorio, debbano ancora essere migliorati proprio per raggiungere tali obiettivi e di conseguenza, questi possono essere gestiti con maggior consenso ed efficacia».
Alla conferenza stampa tenutasi a palazzo Ferro Fini sono intervenuti anche i consiglieri Pietrangelo Pettenò (Fsv), Bruno Pigozzo (Pd) e Francesco Piccolo, che hanno sostanzialmente ribadito i contenuti della mozione da loro sottoscritta e presentata lo scorso novembre, con la quale, concordando con le richieste del coordinamento, chiedono la sospensione dell’atto aziendale dell’Ulss n.13 e una gestione di ospedale di rete nelle due sedi di Dolo e Mirano.
«Aspettiamo da anni – ha ricordato Pigozzo – le risorse per gli investimenti mai arrivati e vogliamo quindi che la regione li garantisca e in base a questo chiediamo la rimodulazione degli interventi su Dolo, Mirano e Noale, evitando la specializzazione dei plessi e la collocazione dell’ospedale di comunità nella struttura pubblica di Noale e non in una privata».
«La riorganizzazione ospedaliera – ha ribadito Pettenò – viene fatta senza tener conto delle esigenze del territorio, dimostrando ancora una volta la necessità di dover ragionare per la riorganizzazione socio sanitaria in generale in una logica di aree vaste e che il bacino di utenza non può più essere pensato su quello attuale delle 22 Ulss venete».

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Parole chiave: Ulss 13 (2), Dolo (31), Riviera del Brenta (6), ospedale (36)
Fonte: Comunicato stampa