Storie

Calvene Don “Beppe” Gobbo dal 1983 si occupa di accogliere bambini e adolescenti che si trovano in situazioni di disagio nella cooperativa Radicà, prima di una serie di comunità nate anche a Schio, Bassano, Montebelluna. «Tra i tanti ragazzi incontrati negli anni, ricordo un piccolo nomade di 8 anni – oggi ne avrà 35 – aveva gli occhi svegli e si fece il segno della croce prima di iniziare il pasto»

Gino Gerosa Cardiochirurgo di fama mondiale, guida la Cardiochirurgia dell’Azienda ospedale-università di Padova dove è stato realizzato a maggio il primo trapianto italiano da donatore a “cuore fermo”. Un professionista che deve molto alla madre e a quella suora

Il coro Voci di speranza è in tourneè in Italia e farà tappa a Padova il 24 ottobre. È formato da bambini e ragazzi della missione “Bairro da juventude” fondata nel 1949 dai padri Rogazionisti a Criciuma, nel sud del Brasile. Alcuni dei ragazzi, che hanno dagli 8 ai 14 anni, portano un cognome veneto. Criciuma, infatti, è stata fondata da famiglie provenienti da Vittorio Veneto

«Si giocava e giocavo in parrocchia, anche attaccante, bastava giocare. Poi, avevo otto anni, è venuto lì da me mio zio, da parte di mamma, si chiamava Enrico Alfano, ormai se n’è andato. Lui aveva giocato, anche in Serie B e in Serie C, faceva il preparatore dei portieri, e mi dice che l’indomani mi viene a prendere, che mi mette in porta, vediamo se mi piace. Così è cominciata e quanto tempo ho passato su quel campo, giusto terra e sassolini, mi ricordo ancora la gommapiuma che mi mettevo sui fianchi, per proteggermi, sembravo anch’io quasi rotondo».

Ha inventato il nastro adesivo per chiudere i pacchi, quando si usava lo spago, ma si è fatto anche promotore di eventi culturali, valorizzando i talenti del territorio: è la storia tutta padovana e nata all’ombra del campanile, di Antonio Righetti e della sua famiglia, che con Nar spa da sessant’anni produce nastri adesivi che vengono esportati in tutto il mondo, ma sostengono anche tante iniziative per la crescita socioculturale del Padovano.

La Comunità Bethesda, formata da quattro famiglie che condividono la quotidianità e la fede, vive dal 2018 in un casolare alla periferia nord di Padova. Da allora è divenuta “casa” per molti, vicini o lontani dalla Chiesa, e il carisma dell’accoglienza è sempre più vivo