“In questo momento, pieni di commozione, siamo vicini ai nostri fratelli tedeschi per quello che è avvenuto: questo terribile scempio, questo attentato che offende profondamente la dignità umana”.
“Dobbiamo essere una Chiesa profetica, con proposte”. Così il card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), in occasione dell’Incontro sul Mediterraneo, promosso dalla Cei a Bari (19-23 febbraio). “Sono d’accordo con il Papa: abbiamo parlato tanto. Ora dobbiamo fare proposte”. E poi l'annuncio: "Il card. Michael Czerny, il card. Konrad Krajewski e io abbiamo inviato una lettera a tutte le Conferenze episcopali d’Europa per parlare di questo problema dei rifugiati. La lettera sarà pubblicata anche sulla pagina della Comece. Abbiamo fatto abbastanza con le parole: ora dobbiamo agire"
Il card. Bassetti ha aperto l'incontro di Bari esortando a declinare a 360 gradi la parola "pace" e indicando nel "metodo sinodale" e nel concetto di "cittadinanza" la chiave per affrontare insieme le sfide della globalizzazione. Mons. Raspanti: "Non possiamo limitarci alla denuncia". I saluti del sindaco e del presidente della Regione. Domani il primo giorno del confronto tra i 58 vescovi delegati provenienti da 20 Paesi
Card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee): “Si può diventare insensibili alla sofferenza altrui, si può banalizzare il male, voltarsi dall’altra parte nel vedere centinaia di profughi nei viaggi della disperazione, nella speranza di un futuro onesto e migliore, di una terra di pace e di convivenza serena e operosa. Il Vangelo è chiaro e non può essere cambiato secondo le mode o le convenienze: chi specula, per qualunque motivo, sulla miseria e la paura altrui perde la propria umanità. L’Europa deve individuare una vera politica per il fenomeno migratorio, senza ipocrisie e interessi nascosti: ogni uomo ha dignità in sé, non può essere considerato perché ‘conveniente’ per qualcosa”
Parla il rappresentante della piccola Chiesa di minoranza presente in Turchia, a fianco di chi arriva profugo e sogna l’Europa: “Siamo molto limitati nell’azione, ma questo non vuol dire che non facciamo niente. Al contrario, siamo impegnati e ci diamo da fare”. “Una voce che dobbiamo ripetere, senza stancarci, perché non è mai abbastanza è il nostro no alla costruzione e al traffico delle armi che alimentano i conflitti. La guerra sarà sempre una sconfitta. La guerra non è mai giusta”
“Sarà l’apertura di una panoramica. Il Papa ha messo dei punti precisi. Ha detto: non fate lamentele perché è inutile stare a lamentarsi quando le cose non vanno bene. Non fate discorsi campati in aria. Fatemi delle proposte concrete che possono essere utili per risolvere i problemi dell’umanità perché veramente il Mediterraneo è il concentrato di tutti i problemi dell’umanità in quanto abbraccia Asia, Africa e Europa”.
Oltre 42mila contagi e mille morti in Cina per Coronavirus. È di due giorni fa, la notizia che dopo Wuhan, un’altra città immensa come Hangzhou, capoluogo della provincia cinese di Zhejiang, è in lock down. Le informazioni che stanno fornendo le autorità cinesi sono reali? Lo abbiamo chiesto a Francesco Sisci: “Dobbiamo stare molto attenti a dire che la Cina sta mentendo. Non dobbiamo certamente dire cose false, ma nemmeno cedere alla tentazione di diffondere il panico. In questo momento, significa peggiorare una situazione che è molto, molto difficile. Stiamo camminando sul filo di un rasoio”
Terra di migrazione, dal Marocco il cardinale Cristóbal López Romero lancia all’Europa un appello: “Non è possibile che un cristiano abbia verso le persone immigrate un atteggiamento di rifiuto. Non è accettabile. Un giorno quando ci presenteremo davanti a Dio, Lui ci dirà: ‘Vieni alla mia destra perché ero migrante e mi hai accolto’. Non so poi se le frontiere debbano essere totalmente aperte o meno. Non sto indicando regole o limitazioni. Questo spetta alla politica deciderlo. Ma il cuore deve essere aperto”
La paura del contagio, l’incertezza su quanto viene pubblicamente detto, la preghiera a San Rocco, il santo più invocato nel Medioevo, protettore in caso di epidemie. Viaggio tra le comunità cattoliche di Hong Kong e Macao ai tempi del coronavirus: “Il virus crea allarme in tutta la Cina perché ci sono ancora molte incognite che lo circondano: non si capisce come e quanto sia pericoloso e quanto facilmente si diffonda tra le persone, se possa causare polmonite, che in alcuni casi è stata mortale”