Silvia Guzzetti

Silvia Guzzetti

Naufragio nel canale della Manica. Sarah Teather (Jrs-Uk): “Come siamo arrivati a non dare più nessun valore alle vite umane?”

Usa parole molto forti Sarah Teather, direttrice del “Jesuit Refugee Service” del Regno Unito, per condannare le morti, avvenute la scorsa settimana nel canale della Manica, di almeno ventisette persone: “È vergognoso quello che è successo e, se sono vere le ultime notizie, che cioè quei migranti avevano chiesto aiuto sia alle autorità britanniche che a quelle francesi e sono stati ignorati, penso proprio che questa sia una cosa tremenda. Significa che vite umane potevano essere salvate, e questo non è stato fatto perché chi era responsabile ha avuto paura delle reazioni che quel salvataggio avrebbe potuto provocare”.  Teather, ex deputata di Westminster è da anni in prima linea nella difesa dei diritti dei migranti. Responsabile di un gruppo di circa cento volontari e una ventina di dipendenti a tempo pieno, con i suoi collaboratori visita regolarmente i richiedenti asilo nei centri di detenzione.

Cop26. Chitnis (Gesuiti): “Tradite le promesse ai Paesi poveri. Ma bisogna coltivare la speranza”

"C’è stato uno scarto enorme tra le decisioni delle quali abbiamo bisogno" per contrastare i cambiamenti climatici e i loro effetti perversi, "e quelle che sono state assunte a Glasgow". Il direttore delle Missioni Gesuite in Gran Bretagna, Paul Chitnis, è stato osservatore alle sessioni plenarie della conferenza delle Nazioni Unite a Glasgow. Al Sir denuncia il fallimento della politica e le pressioni dell’industria dei combustibili fossili, ma ricorda l'impegno dei giovani e dei manifestanti per la salvaguardia del Creato. I richiami alla "Laudato si'"

Cop26: Welby (anglicani), “a Glasgow per incoraggiare chi si sta impegnando per combattere il riscaldamento del pianeta”

“Sono qui a Glasgow per ascoltare soprattutto i Paesi più colpiti dall’emergenza climatica, poi per incoraggiare chi si sta impegnando per combattere il riscaldamento del pianeta e anche per ricordare a tutti la dichiarazione che abbiamo fatto con Papa Francesco e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I nella quale invitiamo, insieme al libro del Deuteronomio, a scegliere la vita. E per pregare. Si tratta di una questione morale, di vita o di morte, perché sono i nostri vicini più poveri, nel resto del mondo, che pagano il prezzo di questa catastrofe”. 

Italiani nel Regno Unito: la corsa per non perdere i diritti

Si chiama settled status: è il visto richiesto sull’isola del dopo-Brexit che garantisce agli stranieri accesso a sanità pubblica, pensione, case di riposo e il diritto di rientrare in Gran Bretagna dopo un viaggio fuori dai confini britannici. Il Comites, Comitato degli italiani all’estero, sta aiutando i connazionali anziani a mettersi in regola. Ci si è organizzati con una linea telefonica, una guida a stampa, visite domiciliari. Pietro Molle: “Gli europei che hanno ottenuto il visto hanno superato i 5 milioni. Gli italiani registrati sono oltre 440mila, in Inghilterra e Galles, una cifra inferiore ai 700mila che vivono nel Regno Unito”

La polveriera inglese, tra nazionalismo e spinte indipendentiste. Sturgeon rovina la festa a Johnson

Stefan Enchelmaier, esperto di politica europea e docente all’Università di Oxford, analizza l'esito del recente voto amministrativo nel Regno Unito. Conservatori vincenti, Labour sconfitto. Scozia sempre più europeista e lontana da Londra. Galles e Nord Irlanda in ebollizione. La retorica Brexit e il buon esito della campagna vaccinale segnano la politica isolana, ma alle promesse ora occorrerà far seguire i fatti

Britannici al voto: lotta al Covid e vaccini spingono i Tories di Johnson

Il 6 maggio urne aperte per rinnovare 143 amministrazioni comunali e provinciali, tra le quali il consiglio municipale di Londra e una parte dei consigli di Liverpool, Manchester, Newcastle e Birmingham. Ad essere scelti saranno anche i 129 membri del parlamento scozzese e i sessanta di quello gallese oltre a 13 sindaci. Il Partito conservatore (Tory) dato per favorito grazie agli esiti incoraggianti della campagna vaccinale, il cui merito è attribuito al premier Johnson. Mark Stuart, politologo dell’Università di Nottingham, spiega però che si rischiano rapporti tesi con la Scozia e il Galles, dove una parte dell'opinione pubblica sostiene l'indipendenza