Se c'è un dato positivo in questo passaggio così impegnativo per il Paese, è proprio la ritrovata centralità del Parlamento e il riconoscimento del ruolo delle istituzioni nella gestione di una crisi che appare più profonda di un semplice avvicendamento maggioranza- opposizione. Il Paese ha bisogno di ritrovare coesione e solidarietà e di ripartire anche in termini economici. Servirebbe un sussulto di responsabilità da parte di tutti. Non è mai troppo tardi per smentire i profeti di sventura
Non è comunque automatico che si vada ad elezioni anticipate, ad appena un anno e mezzo dalle precedenti politiche. Il Capo dello Stato deve infatti verificare l'esistenza o meno di una maggioranza alternativa in Parlamento. Verifica che può essere effettuata attraverso le “consultazioni” dei gruppi parlamentari, sempre che dal passaggio in Parlamento per certificare la fine del governo non emergano già indicazioni sufficienti ed univoche. Il Presidente della Repubblica potrebbe altresì dare un nuovo incarico (anche allo stesso Giuseppe Conte) per tentare di costituire un altro esecutivo con l'obiettivo prioritario di varare la legge di bilancio e, comunque, di gestire la fase elettorale
Il provvedimento si occupa prevalentemente di immigrazione e di manifestazioni pubbliche. E’ soprattutto sul primo tema che si è concentrata la comunicazione politica dei proponenti, all’insegna di una “stretta” sulle operazioni di soccorso operate in mare dalle Ong, che a ben vedere risultano essere il bersaglio sostanziale del decreto
Le previsioni per l'anno in corso misurano in negativo il Prodotto interno lordo delle regioni meridionali: -0,3%, a fronte di un +0,3% del Centro-Nord. Crescita sotto zero, insomma. E torna ad allargarsi la forbice con le altre regioni, che pure procedono con fatica rispetto al tasso di sviluppo dell'Unione europea. Così il Mezzogiorno si trova a subire un “doppio divario”, quello dell'Italia rispetto al complesso della Ue e quello del Sud rispetto al Centro-Nord
In una situazione in cui è necessario tenere in ordine i conti pubblici e quindi le disponibilità finanziarie sono limitate, sono le scelte politiche a fare la differenza. Il vero problema italiano non è tanto la pressione fiscale in sé – anche se suona bene promettere di abbassare le tasse – ma l’enorme evasione e una distribuzione iniqua del prelievo, che penalizza le famiglie con figli e il lavoro. Bisognerebbe ripartire da qui
A impensierire i leader dei partiti al governo è anche il consenso che l'attuale Presidente del Consiglio continua a godere presso l'opinione pubblica.
Secondo i dati diffusi dall’Inps, le regioni da cui sono arrivate più richieste sono la Campania (circa 241 mila) e la Sicilia (circa 215 mila). A livello provinciale, sempre considerando i valori assoluti, è nettamente in testa Napoli (142.764 richieste, accolte nel 70% dei casi), molto distanziata Roma (87.425 domande, 62% di accoglimenti) seguita da Palermo (63.691 domande, 73% di accettazioni) e da Milano (52.791 domande, accolte per il 56%)
Un'analisi delle nuove fattispecie di reato previste nella legge per la tutela di vittime di violenza e di genere appena approvata dal Parlamento italiano. Entrano in vigore modifiche al codice penale: in alcuni casi, aggravando le pene - come per i reati di maltrattamenti familiari -; in altri, introducendo nuove fattispecie di reato, come ad esempio le norme contro il cosiddetto “revenge porn” o le lesioni permanenti al viso.
Manca soltanto un ultimo voto, in seconda lettura, perché vada in porto la riforma che, modificando la Costituzione, taglia il numero dei parlamentari, portando i deputati a 400 (rispetto agli attuali 630) e i senatori a 200 (ora 315). Una legge "chirurgica" sotto molti aspetti, ma sullo sfondo restano i nodi problematici del taglio, tutt’altro che irrilevanti