“Temo poi che ci sia anche un po' di sfiducia generalizzata nei confronti della capacità della politica di risolvere i problemi. Altrove qualcosa è accaduto, da noi si è rimasti sostanzialmente fermi”. Così Paolo Pombeni, storico e politologo, uno dei più autorevole analisti della realtà italiana, commenta l'esito di una tornata elettorale che ha riservato ancora una volta non poche sorprese
Il corpo elettorale italiano coinvolto complessivamente nel voto europeo supera i 51 milioni di persone. Per circa 17 milioni di cittadini l’appuntamento con le urne è duplice: il 26 maggio si vota anche per i sindaci e i consigli di quasi la metà dei Comuni italiani, tra cui sei capoluoghi di Regione e 21 capoluoghi di Provincia. Oltre 3 milioni e 600 mila piemontesi sono inoltre chiamati a eleggere il presidente della loro Regione. E in Trentino-Alto Adige gli elettori di due collegi tornano alle urne anche per eleggere altrettanti deputati in sostituzione dei parlamentari che nel frattempo sono diventanti rispettivamente presidente e assessore della Provincia autonoma di Trento
In Italia, in particolare, c'è il rischio che lo scontro politico all’interno (e intorno) alla maggioranza di governo finisca per monopolizzare l’attenzione dell’opinione pubblica. Certo, in tutti i Paesi della Ue il voto del 26 maggio è destinato ad avere un impatto sugli assetti nazionali e sarebbe irrealistico immaginare il contrario, dato che i soggetti in campo sono gli stessi. Ma da qui a trasformare la consultazione europea in un referendum interno c’è una differenza sostanziale. Si vota per l’Europa e per il suo futuro
Il corpo elettorale italiano coinvolto complessivamente nel voto europeo supera i 51 milioni di persone. Per circa 17 milioni di cittadini l’appuntamento con le urne è duplice: il 26 maggio si vota anche per i sindaci e i consigli di quasi la metà dei Comuni italiani, tra cui sei capoluoghi di Regione e 21 capoluoghi di Provincia. Oltre 3 milioni e 600 mila piemontesi sono inoltre chiamati a eleggere il presidente della loro Regione. E in Trentino-Alto Adige gli elettori di due collegi tornano alle urne anche per eleggere altrettanti deputati in sostituzione dei parlamentari che nel frattempo sono diventanti rispettivamente presidente e assessore della Provincia autonoma di Trento
Sono quesiti per molti aspetti intrecciati tra loro. E le risposte non discendono da imponderabili convergenze astrali, ma sono affidate alla partecipazione degli elettori, alle loro opzioni concrete e al loro senso di responsabilità. E' legittimo, anzi, doveroso interrogarsi sul dopo elezioni. Ben sapendo però che il dopo dipende da quel che si sceglierà oggi.
I Comuni in cui si voterà per i sindaci e i consigli (con eventuale ballottaggio il 9 giugno) sono 3.812, di cui 232 con più di 15mila abitanti e 3.580 al di sotto di questa soglia. Sei sono capoluogo di Regione: Firenze, Bari, Perugia, Cagliari, Potenza e Campobasso. Altri 22 sono capoluogo di Provincia: Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Cesena, Cremona, Ferrara, Foggia, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia. Tra questi due gruppi di Comuni più grandi, ben 14 sono quelli con oltre 100mila abitanti
In rapporto alla popolazione, considerando quindi la ricchezza pro-capite, le famiglie italiane superano anche se di poco quelle tedesche. La principale forma d’investimento resta l’abitazione: 5.246 miliardi, in pratica la metà della ricchezza totale. Non solo. Con 926 miliardi di passività, le famiglie italiane risultano meno indebitate di quelle di altri Paesi
In Italia c'è il rischio che lo scontro politico nella maggioranza di governo finisca per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dal senso autentico dell'appuntamento del 26 maggio
Il paradosso dell'uso strumentale della questione sicurezza è che in realtà chi lo pratica deve distribuire insicurezza a piene mani. Prendiamo proprio il caso degli immigrati