Siria. Tra le macerie di Homs, dove i poveri e gli anziani abbandonati diventano germogli di speranza

Tra i quartieri distrutti di Homs, nella parte vecchia della città, c'è la casa dei Gesuiti. Qui il 7 aprile di cinque anni fu assassinato a sangue freddo padre Frans van der Lugt che pagò con la vita il suo impegno per i più emarginati e le sue denunce contro la mancanza di cibo, medicinali e aiuti per la popolazione assediata. L'opera di padre Frans continua oggi grazie a una piccola comunità di gesuiti. A poche centinaia di metri due suore del Sacro Cuore portano avanti la loro missione tra gli anziani abbandonati e rimasti soli a causa della guerra. Germogli di speranza tra le macerie...

Proteste di piazza in Georgia. Mons. Pasotto (amministratore apostolico): “Una terra occupata è come una spada entrata nella carne”

Da Tbilisi mons. Pasotto racconta le proteste dei giorni scorsi davanti al Parlamento georgiano: “Una terra, una casa occupata è come una spada che è entrata nella carne. Anche se il tempo può rendere lieve o far dimenticare il dolore, basta poco per rendere vivo di nuovo tutto. Tristezza negli occhi, dolore silenzioso. Gli uomini poveri vedono un' ingiustizia che non lascia nemmeno alzare la voce. È la vera povertà”

Messico: è record di morti per i cartelli dei narcotrafficanti. 8.493 omicidi nei primi 3 mesi del 2019

Non sono mancati episodi emblematici, che hanno suscitato una forte impressione. Come il massacro avvenuto a Minatitlán, nel Veracruz, prima di Pasqua: 13 persone massacrate durante una festa di compleanno. Sempre nel Veracruz è stata uccisa Maricela Vallejo Orea, sindaca di Mixtla de Altamirano. Nel piccolo stato del Morelos, a sud di Città del Messico, la violenza appare da mesi fuori controllo; si uccide in pieno giorno, o nei ristoranti

Bihac e Velika Kladusa: la “rotta balcanica” si ferma qui. Migranti ammassati, cresce la tensione

Cento arrivi al giorno - dopo mesi di cammino e pericoli - da Medio Oriente, Afghanistan, Iran, Africa interna. Se il Mediterraneo è "chiuso", si cerca di raggiungere l'Europa occidentale attraverso Serbia, Montenegro, fino alla Bosnia. Ma il confine croato è sbarrato, e chi tenta di superarlo trova soldati e altre violenze. Mentre nei centri di accoglienza temporanea nel Paese balcanico mancano servizi e ogni altro genere di prima necessità. La Caritas tende la mano ai rifugiati