Trump e l’errore sulla Siria

Il ritiro delle truppe dal Nord-Est della Siria è considerato un errore strategico che oltre alle conseguenze esterne ha evidenziato la profonda divisione tra la segreteria di Stato (ministero degli esteri), che considera la Turchia elemento stabilizzante della zona, e il Pentagono (ministero della difesa) che al contrario considera i curdi “compagni d’armi” nella lotta contro l’Isis

Taglio dei parlamentari. Baggio (Sophia): “Frutto di una rivolta dell’opinione pubblica verso una politica considerata corrotta”

Una sforbiciata alla “casta”. Con il via libera a larga maggioranza ottenuto nel voto della Camera dei deputati, i parlamentari italiani eletti scendono dagli attuali 945 a 600 (400 deputati e 200 senatori). La riforma costituzionale, che prima di entrare in vigore potrebbe essere sottoposta a referendum confermativo, gode di un forte consenso popolare generato da un rifiuto verso la classe politica ritenuta inefficace e autoreferenziale. Ne abbiamo parlato con il professor Baggio, dell’Istituto universitario “Sophia”

Ergastolo. Mirabelli (presidente emerito Corte Costituzionale): “Occorre un cambiamento e un distacco dalla mafia per accedere ai benefici”

"Non sono del partito che considera la decisione della Corte europea dei diritti umani un guaio, né di quello che concederebbe benefici in qualsiasi caso", spiega Mirabelli. Per concedere benefici a detenuti, condannati per reati di mafia, secondo l'esperto, è necessario che il percorso rieducativo ci sia stato e sia stato efficace. La Cedu, ieri, ha rigettato il ricorso del governo italiano contro una sentenza del 13 giugno scorso con la quale una sezione della Corte aveva considerato ammissibile il ricorso avanzato nel dicembre 2016 dal detenuto per mafia Marcello Viola e stabilito che c'era stata una violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani, secondo il quale "nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti". Ora, sostiene Mirabelli, servirebbe una legge che precisi limiti e modalità con cui può essere provata la "non più appartenenza" alla mafia della persona che chiede i benefici

Suicidio assistito. Don Angelelli (Cei): “Non è una scelta di libertà. Rafforzare la rete degli hospice e delle cure palliative”

“Se un malato terminale si sente amato e accompagnato non chiede di morire”, mentre privarlo di cure e sollievo dal dolore è come “condannarlo a morte”. Non usa mezzi termini il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei a pochi giorni dalla pronuncia della Consulta in materia di suicidio assistito. E mette in guardia: “Insinuare l’idea di poter essere un costo e un peso per la propria famiglia e per la società è un’induzione a ritenere la morte la soluzione migliore”. Paradossalmente “un atto di altruismo e un sollievo per tutti”

Suicidio assistito. Eusebi (giurista): “Intervento legislativo necessario ma non privo di rischi”

Nel suo comunicato, la Corte costituzionale oltrepassa il punto di equilibrio fissato in materia con la legge n. 219/2017. Il passaggio giuridico che si preannuncia suscita gravi preoccupazioni. L’intervento del legislatore potrebbe tradursi anche in una rivisitazione normativa dell’intera materia. Questa, in estrema sintesi, l’opinione del docente di diritto penale all’Università Cattolica di Milano