Le eccellenze tradite

Centri di formazione professionale e scuole dell'infanzia paritaria in crisi per il ritardo dei contributi dalla regione e dallo stato. due eccellenze venete ridotte all'asfissia che pure svolgono servizi insostituibili: il 58 per cento dei comuni veneti infatti ha solo materne Fism e i giovani che creano impresa e ricchezza provengono tutti dai cfp che tra l'altro abbattono la media di abbandono scolastico al 10 per cento (dal 25 per cento nazionale).

Le eccellenze tradite

Mancanza di fondi, ritardi nei pagamenti e leggi vetuste o mai completamente applicate. È così che due eccellenze educative e formative del modello Veneto si ritrovano, e non da oggi in una situazione di massima sofferenza. Il sistema dei centri professionali e le scuole dell'infanzia paritarie appaiono accomunate da un destino difficile, dovuto alla scarsa lungimiranza di una politica che ha smesso di programmare e avviare processi a lungo termine.

I dati di Enaip Veneto fanno capire con grande concretezza la situazione dell'istruzione e formazione professionale, fiore all'occhiello per lo sviluppo della regione e fattore imprescindibile per un paese che se intende tornare a crescere non può più ritardare gli investimenti sulla propria manifattura. Ebaip Veneto attende i fondi regionali che finanziano i corsi di formazione arrivano dopo 13 mesi, i dipendenti ricevono lo stipendio con due mesi di ritardo e lo scoperto con le banche produce una cifra mostruosa che se ne va a causa degli interessi passivi: 500 mila euro.
Ecco perché Forma Veneto, che associa Enaip, Cnos–Fap, Ficiap, Cif opere assistenziali, Ciosf Fp, Dieffe e Irigem, per due anni ha lavorato a una proposta di legge che riporti il Veneto in linea con le altre regioni e possa aprire il mercato del lavoro alla dimensione comunitaria. Due i caposaldi: programmazione pluriennale e finanziamenti certi

Dall'altra parte le scuole dell'infanzia paritarie e in particolare quelle della Fism. Qui gli arretrati rispetto alla regione toccano i 47 milioni di euro e verso lo stato 35 milioni. La lentezza del riparto, che deve avvenire scuola per scuola, farà quasi certamente saltare le tredicesime, e infatti è in calendario un nuovo vertice con i sindacati. Procedono quindi le statalizzazioni, che se per i genitori significano un immediato dimezzamento sulle rette (proprio perché non è mai stata attuata fino in fonfo la legge sulla parità scolastica del 2000) per il sistema paese significa un raddoppio della spesa, dal momento che un bimbo alla statale costo allo stato 5.700 euro l'anno, alla paritaria 3.000.

Il servizio completo nel numero in distribuzione da sabato e già disponibile on line in edizione digitale.

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