A Roma il ricordo di don Luigi Mazzucato, protagonista storico della cooperazione italiana

«Don Luigi Mazzucato è stato una persona eccezionale, che ha lasciato un’eredità grande e importante». Così il ministro degli affari esteri, Paolo Gentiloni, ha ricordato, venerdì 18 marzo a Roma, una delle anime storiche di Medici con l’Africa Cuamm.

A Roma il ricordo di don Luigi Mazzucato, protagonista storico della cooperazione italiana

Si è tenuto venerdì 18 marzo a Roma, l'evento per ricordare don Luigi Mazzucato, storico direttore di Medici con l’Africa Cuamm, scomparso lo scorso 26 novembre a Padova all’età di 88 anni, che nei suoi 53 anni di direzione ha attraversato più di mezzo secolo di storia della cooperazione italiana. «Da quello che ho potuto sentire don Luigi Mazzucato è stato una persona eccezionale, che ha lasciato un’eredità grande e importante – ha affermato il ministro degli affari esteri, Paolo Gentiloni – Un esempio straordinario di tanti italiani che si impegnano e che ogni giorno, grazie a questo lavoro, posso incontrare e conoscere. Il rapporto con il Cuamm è di lungo periodo, oltre 30 anni e la loro grande sfida di Freetown e del Princess christian maternity hospital, la più grande maternità del paese, sarà sostenuta anche dalla cooperazione italiana. Due sono le buone notizie che posso dare oggi: una è che questo governo ha raddoppiato, per i prossimi tre anni, le risorse destinate all’aiuto pubblico allo sviluppo. La seconda è che la nuova agenzia è partita senza soluzioni di continuità con l'intento di facilitare il lavoro sul campo. La speranza per il futuro è di poter fare ancora di più e in modo sempre più efficiente».

Gian Antonio Stella, giornalista ed editorialista del Corriere della sera, che conosceva personalmente don Luigi Mazzucato, ne tratteggia un ritratto citando un altro grande del giornalismo, Paolo Rumiz (Il bene ostinato) che lo definiva: «Un carisma assoluto, portato così, con noncuranza». E dopo aver descritto la realtà e le fatiche della cooperazione italiana degli anni ’80-’90, prosegue così il suo racconto su don Mazzucato: «Don Luigi, come spiegò nel cinquantenario, aveva chiaro tutto questo: "Ci sono stati anni, dall’85 al 90, in cui, dal punto di vista finanziario, i fondi pubblici della cooperazione erano abbondanti ed erano più facili i contributi alle Organizzazioni non governative di volontariato. Anche il Cuamm ha potuto formulare programmi e beneficiare di queste disponibilità. E siamo riusciti a realizzare alcuni progetti, anche edilizi, di notevoli dimensioni, sia in Tanzania che in Uganda, a favore degli ospedali governativi e degli ospedali missionari. Abbiamo comunque continuato, nello stile di sempre, ad essere rigorosi nella gestione e non siamo mai scesi a compromessi o peggio a traffici di sorta, come non abbiamo mai accettato richieste di interventi e impegni di programmi, anche se sollecitati da più parti, della cui “bontà” non fossimo convinti o che ritenessimo non conformi ai nostri criteri e alle nostre scelte. 

«La grave crisi della cooperazione seguita dagli anni Novanta in poi ha messo in serie difficoltà tutti gli organismi e ci ha fatto angustiare e soffrire non poco», proseguì, «Ma è stata anche una lezione, forse salutare.  Abbiamo imparato che, senza trascurare gli uomini, è meglio fidarsi di Dio che degli uomini».

Enzo Romeo, caporedattore TG2, ha sottolineato «l’incredibile tenacia e costanza di don Luigi Mazzucato, e la sua grande forza interiore. Un grande conoscitore del bene, anche di fronte a tanto male».

Chiara Scanagatta, cooperante Cuamm da pochi giorni rientrata dal Sud Sudan così lo ricorda: «Ascolto, umiltà, presenza come condivisione: queste sono le sfaccettature principali di quel "con" che Don Luigi mi ha mostrato e come a me a tanti altri che sono partiti prima di me e con me. Quel "con" che non è una parola, uno sfizio retorico, perché fare cooperazione non è solo scrivere e implementare progetti...Fare cooperazione significa entrare nella vita di altre persone…e non si può farlo senza ascoltare, senza chiedere permesso…non si può farlo per finta, senza provare direttamente sulla propria pelle come vive l’altro e senza dare un po’ di sé…non lo si può fare da soli, a senso unico».

 Infine don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm sintetizza in tre parole lo stile di don Luigi nella cooperazione: «Libertà, trasparenza e rigorosità nella gestione. Sono questi gli ingredienti per “fare bene il bene”, con dedizione e competenza». E lancia la grande sfida dell’intervento al Princess christian maternity hospital a Freetown, in Sierra Leone, progetto legato proprio alla figura di don Mazzucato.

A don Luigi Mazzucato, infatti, Medici con l’Africa Cuamm ha voluto dedicare un nuovo intervento a sostegno dell’ospedale materno-infantile di Freetown, in Sierra Leone, che necessita di essere riabilitato e sostenuto dopo l’Ebola e che ha bisogno del sostegno di tutti.

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Fonte: Comunicato stampa