L'Orchestra giovanile del Veneto coltiva talenti, ma non solo

L'Orchestra giovanile del Veneto è nata a Selvazzano Dentro nel 1979 dalla determinazione dei due musicisti Maria Cristina Gelsomino e Giuseppe Castanìa. Dalla loro passione educativa i giovani imparano a suonare insieme, a contare su se stessi e a capire che la perfezione non è tutto.

L'Orchestra giovanile del Veneto coltiva talenti, ma non solo

È quasi tempo di audizioni per l’Orchestra giovanile del Veneto (Ogv) che inizierà le selezioni soltanto fra qualche settimana, a gennaio. «Accogliamo chiunque abbia la padronanza tecnica minima necessaria, che solitamente si acquisisce al terzo anno di studio dello strumento» specifica Maria Cristina Gelsomino, che con il marito Giuseppe Castanìa ha fondato la compagine con sede a Selvazzano Dentro nel lontano 1979.

Prima formazione nel suo genere in Italia, l’Ogv è nata per dare ai ragazzi la possibilità, allora tutt’altro che ovvia, di fare musica d’insieme: «Io e mio marito siamo strumentisti diplomati – racconta Gelsomino – Per esperienza sappiamo che suonare in compagnia è più gratificante che farlo da soli. E che, con parti facilitate, i principianti possono stare a fianco dei più esperti». Tre decenni e mezzo fa, però, i conservatori proponevano attività d’insieme solo dal sesto anno; inoltre dovevano ancora partire le scuole medie a indirizzo musicale, che avrebbero dato il là al fiorire di orchestre giovanili. «L’Ogv è stata un modello per molte di loro. Ci hanno copiati e a noi fa piacere». Far parte di un’orchestra come l’Ogv deve rappresentare, innanzitutto, una fonte di divertimento e gratificazione personale, una via per amare la musica. In realtà, quasi senza accorgersene, succede molto di più: ad esempio, si impara a convivere in maniera disciplinata, rispettandosi e ascoltandosi. E ad avere fiducia in se stessi: «Se qualcuno sbaglia, nessuno ride; se il direttore chiede di ripetere un passaggio, non è una sconfitta. “Smitizziamo” la perfezione perché, quando si sta crescendo, fare errori è normale».

In un simile contesto, suonare permette quindi di acquisire competenze trasversali, di tipo artistico e sociale, poiché accresce l’autostima, apre la mente e instilla abitudini – inclusa quella di presentarsi in ordine e col sorriso sulle labbra – che torneranno utili nel corso della vita. «Tutto avviene in maniera spontanea. In orchestra si respira un’atmosfera serena, positiva e non competitiva, nella quale ognuno si sente incoraggiato. Ho visto tanti ragazzi dotati che, per sbocciare, hanno solo avuto bisogno di essere coltivati nel modo giusto. Che non significa mirare a creare bambini prodigio, ma mettere ognuno di fronte a difficoltà adeguate al suo livello, affinché nessuno pensi: “Non ce la faccio”».

Gli strumentisti più bravi sono invitati a suonare con la Silver symphony (l’orchestra di professionisti collegata all’Ogv), un traguardo che, prima o poi, col dovuto impegno tutti possono raggiungere. Del resto, numerosi giovani passati per l’Ogv oggi siedono tra le fila di formazioni di spicco, in Italia (Rai di Torino, San Remo) e all’estero (Salisburgo, Parigi): «Incitiamo i nostri ragazzi a partecipare alle selezioni più importanti perché sappiamo che non sono da meno di nessuno. Ci riempie di gioia quando uno di loro riesce a fare della passione per la musica il proprio lavoro».

Per suonare nell’Ogv ci sono ragazzi che fanno i pendolari da altre città. «Il vero problema sono i mille impegni scolastici e sportivi, specie lo scoglio della maturità. Per aiutare a conciliarli, le prove sono concentrate di domenica, in un hotel di Rubano, dove condividiamo il pranzo. L’attività, poi, è divisa in due stagioni: in autunno si provano i concerti per le festività natalizie, in primavera i programmi per l’International music meeting, la rassegna di orchestre giovanili da tutto il mondo che Ogv organizza da 25 anni. La prossima estate anche noi siamo invitati in Messico e Stati Uniti». Per partecipare alla selezione di gennaio: segreteriaogv@gmail.com

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