Messaggero dei ragazzi: mille numeri per mille domande

Numero mille: il Messaggero dei ragazzi, MeRa per gli amici, festeggia l’8 maggio a Padova un bel traguardo. In occasione del numero mille viene proposta ai lettori, nuovi e vecchi, una grande festa e l'opportunità di conoscere giornalisti e fumettisti.

Messaggero dei ragazzi: mille numeri per mille domande

Il mensile francescano dedicato ai giovanissimi stampa il primo numero a quattro cifre raggiunto in 53 anni di carriera.
Anche se la storia della rivista dei frati del Santo di anni ne inanella 94, se si conta la precedente testata, Sant’Antonio e i fanciulli, uscita nel 1922 (in questo caso i numero finora usciti sono 1.800).

Il MeRa ha oggi 14 mila abbonati in tutta Italia: il target è preadolescenziale, 9-14 anni.
Le pagine sono 64, abbondantemente illustrate, scritte con piglio agile, dedicate a fumetti, dialogo, approfondimento, intrattenimento, attualità, cultura.

Due giorni di festa per lettori, autori e amici
In occasione del numero mille viene proposta ai lettori, nuovi e vecchi, una grande festa anticipata, sabato 7 maggio alle 20.30, da una visita guidata in notturna per bambini e ragazzi alla basilica del Santo. Il ritrovo è all’ingresso del chiostro della Magnolia.
Domenica 8 maggio gli spazi del santuario ospitano un pomeriggio dedicato ai lettori e alle famiglie: alle 14.30 messa in basilica e alle 16 “merenda-party” in studio teologico. È l’occasione per incontrare giornalisti e collaboratori e conoscere alcuni degli attuali disegnatori e fumettisti per un’estemporanea di disegni in ricordo della giornata.
Fino alle 17.30 è possibile viaggiare nel tempo con una mostra sui mille numeri del MeRa, in cui sono esposte, tra i diversi materiali, alcune tavole originali di Dino Battaglia e di altri celebri fumettisti e alcune annate storiche del mensile.

Credere ai ragazzi, ecco la formula vincente
«Quello che la storia del Mera e di Sant’Antonio e i fanciulli ci lascia in eredità – commenta il direttore padre Fabio Scarsato – è soprattutto questo: credere ai ragazzi, alle loro domande, alla loro voglia di crescere e di crescere bene. La prima cosa che dobbiamo ai ragazzi è di non arrenderci di fronte alle percezioni catastrofiste sul loro mondo: non leggono più, non gli interessa nulla… No, non è così; se si è fedeli ai ragazzi, si aprono altre porte e noi crediamo di dover continuare su questa strada, nel ritenere che i ragazzi di oggi hanno delle domande, hanno voglia di capire a 360 gradi».

Qual è allora il problema?
«Il problema dei ragazzi è che trovano con fatica adulti disposti a fare discorsi con loro, a rischiare una relazione educativa entrando nel loro territorio, nei loro temi, che comunque sono i temi di tutti e di tutte le età. Una prerogativa del Mera è di parlare di tutto, in tutto possiamo trovare materia per crescere. Non è vero che i ragazzi di certi argomenti non vogliono sentir parlare. Non lo vogliono quando facciamo loro delle prediche, quando non siamo rispettosi delle loro capacità di comprendere o comunque del loro approccio particolare alla realtà e alla storia. Ma quando noi grandi proviamo ad arrischiarci da questo punto di vista i ragazzi ci ascoltano».

Come fate a farvi ascoltare?
«Il Mera realizza queste percezioni con un’idea editoriale forte. Non siamo una rivista qualsiasi, siamo una rivista francescana, che crede nei valori del vangelo e nel fatto che questi siano proponibili anche ai ragazzi. Possiamo parlare di musica, cinema, videogiochi: tutti gli aspetti della vita del ragazzo diventano educabili, “evangelizzabili”. Non c’è frammento della giornata di un ragazzino che non lo sia. Devi però crederci tu per primo, devi rischiare un linguaggio che sia quello dei ragazzi, e si può fare. Per questo il Mera si qualifica per avere fumetti, ma anche pagine di carattere esplicitamente religioso, come la rubrica “Incredibile”, un titolo che vogliamo proprio interessante per un approccio dei ragazzi, ma anche pagine di qualsiasi altra cosa».

Siete presenti anche su internet?
«Siamo su internet da parecchio tempo. Nel 2000 avevamo già rubriche che ne parlavano e poco dopo avevamo già il sito di Meraweb. Ma i ragazzi con una velocità impressionante cambiano strumento. Internet al giorno d’oggi non dice più nulla, serve per le ricerche scolastiche e poco altro, ormai le relazioni passano tutte per lo smartphone. Noi stiamo cercando di pensare a questo qualcos’altro. Stiamo cercando di dare più visibilità alla pagina facebook, stiamo cercando di capire come utilizzare whatsapp o simili, tenendo conto delle tematiche specifiche di chi ha a che fare con minori».

Varcata la soglia del mille... che progetti avete?
«Ci piacerebbe osare di più. Credo che il Mera sarà sempre più appetibile nella misura in cui sarà fino in fondo se stesso, avendo il coraggio di presentarsi con i contenuti che lo caratterizzano maggiormente. Un ragazzo apprezza questa chiarezza, sa cosa chiedere e cosa trovare da noi. Un’accentuazione educativo-evangelica sarebbe appetibile ma anche per catechisti, animatori, educatori che cercano materiale e spunti per svolgere il loro servizio».

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