Riforma terzo settore, si riparte dal Senato e dal ruolo del volontariato

A Palazzo Madama, in commissione affari costituzionali, inizia giovedì l’esame del ddl delega. Stefano Lepri (Pd) scelto come relatore: «Il testo è buono, ci prepariamo a fare qualche ulteriore miglioramento». Fra questi, dopo le numerose critiche, anche una maggiore attenzione all’azione volontaria.

Riforma terzo settore, si riparte dal Senato e dal ruolo del volontariato

E ora al Senato, dove non ci sarà nessun stravolgimento ma qualcosa certamente cambierà
Un mese dopo l’approvazione da parte della Camera dei deputati, il treno della legge delega di riforma del terzo settore si rimette in corsa a Palazzo Madama, dove è tutto pronto per l’avvio della discussione, previsto il 7 maggio in commissione affari costituzionali.
Le prime indicazioni sulle possibili e probabili modifiche al testo arriveranno subito dalla relazione introduttiva di Stefano Lepri, indicato dal Partito democratico come relatore del provvedimento: i temi caldi non mancano (dall’impresa sociale alle funzioni di controllo e vigilanza), ma fra tutte hanno particolarmente colpito le critiche che il Forum del terzo settore, insieme a numerose realtà del volontariato (in prima fila Convol e CSVnet), hanno rivolto al testo votato a Montecitorio, accusato di “mettere ai margini” e di “trascurare” proprio il volontariato.
«È un argomento – anticipa al riguardo Lepri – che dovremo recuperare: il testo non trascura l’azione volontaria, ma probabilmente questa va meglio enfatizzata, credo che sia un’osservazione pertinente».

La scelta di Stefano Lepri come relatore del testo non è frutto del caso: classe 1961, sposato con un figlio adolescente, Lepri conosce bene i temi del terzo settore.
Nella sua vita è stato prima volontario, poi ricercatore e imprenditore nel sociale, infine politico, con un impegno ormai quasi ventennale che a Torino – sua città di adozione – lo ha visto per otto anni (dal 1997 al 2005) nel ruolo di assessore alle politiche sociali e sanitarie del comune.
Esponente prima della Margherita e poi del Pd, dopo gli anni al comune, dal 2005 è stato in consiglio regionale per due mandati, fino all’elezione a Palazzo Madama, dove è anche vicepresidente del gruppo Pd.
Conoscitore in particolare dell’impresa sociale (è stato anche direttore della rivista “Impresa sociale” del gruppo cooperativo CGM), un anno fa aveva presentato come primo firmatario al Senato un disegno di legge di modifica della normativa attuale sull’impresa sociale (D.Lgs. 155/06): lo stesso testo era stato presentato alla Camera da Luigi Bobba appena un paio di settimane prima di venire nominato sottosegretario al ministero del lavoro e politiche sociali e di vedersi assegnata proprio la responsabilità di seguire l’intero iter di riforma del terzo settore.
A distanza di un anno Bobba e Lepri si ritrovano così nuovamente insieme, stavolta a trattare non solo di impresa sociale ma a gestire le sorti dell’intero iter della legge delega di riforma del terzo settore.

I tempi per arrivare al testo finale comunque non saranno brevissimi: il governo, con il sottosegretario Bobba, auspica la conclusione del lavoro parlamentare entro l’estate, considerando anche la tempistica dell’ormai inevitabile terza lettura a Montecitorio.
«Il lavoro della Camera – dice Lepri – è stato molto buono e migliorativo rispetto al testo del governo, adesso tocca a noi fare qualche ulteriore miglioramento, partendo da una fase che è molto avanzata».
Il menù in commissione vedrà prima la discussione generale, poi la presentazione degli emendamenti e infine la loro votazione. Incertezza sulla presenza o meno di audizioni: alla Camera ne sono state fatte molte, «non mi sorprenderei che la commissione le giudicasse sufficienti», dice Lepri. Ma la decisione spetta alla commissione nel suo complesso.
A proposito di commissione, stiamo parlando della commissione affari costituzionali, alla quale il presidente del Senato Grasso ha assegnato l’esame del ddl. Una curiosità: non è la commissione della quale fa parte Lepri, che è membro invece della commissione lavoro e previdenza sociale. Nulla di anomalo: non è infatti inusuale che su temi che incrociano le competenze di più commissioni si scelga di affidare l’iter a una commissione e il ruolo di relatore al componente di un’altra.

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Parole chiave: terzo settore (61), impresa sociale (11), volontariato (119)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)