Rapporto 2015 della fondazione Zancan: povertà, uno scandalo e uno spreco di energie

La Fondazione Zancan presenta il Rapporto 2015 sulla lotta alla povertà, dal titolo “Cittadinanza generativa”. 17 milioni di italiani a rischio di povertà o esclusione sociale. disoccupazione giovanile al 40%, tre milioni di famiglie in difficoltà nel sostenere le spese dell'abitazione, un numero crescente di "working poor". Il direttore Vecchiato: “Le trappole dell'assistenzialismo sono disseminate lungo le strade compassionevoli del welfare tradizionale”.

Rapporto 2015 della fondazione Zancan: povertà, uno scandalo e uno spreco di energie

"È giunto finalmente il momento di considerare la povertà come uno spreco, un enorme, inaccettabile spreco di energie, intelligenze, creatività”.
Così scrive il presidente della Fondazione Zancan Cesare Dosi nell’introduzione del rapporto 2015 sulla lotta alla povertà “Cittadinanza Generativa”.
 Fulcro del rapporto, come sempre, la lotta alla povertà e le misure di contrasto da adottare alla luce dei nuovi, preoccupanti dati sulle condizioni di indigenza che interessano sempre più famiglie italiane.

Il rapporto propone di guardare alle forme di contrasto alla povertà come un investimento e a coinvolgere direttamente i beneficiari degli interventi di welfare, in un’ottica “generativa”.


"Le trappole dell'assistenzialismo sono disseminate lungo le strade compassionevoli del welfare tradizionale – scrive il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato – Consumano più risorse del necessario, senza aiutare. È necessario andare oltre l’assistenzialismo che debilita le capacità promuovendo le capacità di ogni persona e l’incontro tra diritti e doveri sociali".

Un quadro sempre più preoccupante

A partire da quei 9 milioni di italiani "esclusi", che con la crisi sono aumentati di due milioni, il rapporto presenta, in pillole, i principali dati sulla perdurante condizione di povertà in Italia, mettendo in luce aspetti significativi quali le disuguaglianze e la continua reciprocità tra povertà economica e povertà educativa, che rischia di compromettere il futuro di molti bambini. 

Altrettanto importante, la grande disparità generazionale: la disoccupazione giovanile è al 40%, sono 2,5 milioni i neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.

Ancora: tre milioni di famiglie in Italia, l'11,7% del totale, sono in difficoltà nel sostenere le spese dell'abitazione e si sono trovate, almeno una volta nel 2014, in arretrato con il pagamento del mutuo o dell'affitto o delle utenze.
Resta alta - secondo l'Ocse - la quota dei disoccupati di lunga durata: la percentuale era salita al 60% nel quarto trimestre 2013 (dal 45% del quarto trimestre 2007), mentre i working poor – poveri che lavorano – sono cresciuti del 50% dal 2008 al 2013. Secondo il Censis, infine, 17 milioni di italiani sono a rischio di povertà o esclusione sociale.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)