Exposcuola scende in campo contro il gioco d'azzardo

A questa vera e propria emergenza è dedicata la tavola rotonda che venerdì 11 novembre dalle 10.30 alle 12 prenderà vita nei padiglioni della fiera di Padova che ospiteranno Expo scuola. Tra i relatori anche Pier Andrea Zaffoni, della pastorale sociale diocesana, che due anni fa ha messo il tema al centro di un laboratorio organizzato nell’ambito della scuola di Formazione all’impegno sociale e politico e che ora propone anche un progetto rivolto alle scuole.

Exposcuola scende in campo contro il gioco d'azzardo

Quasi 90 miliardi di euro di profitti per i “padroni” di slot machines e videolottery.
Sette, i miliardi che il fisco percepisce ogni anno e quasi il doppio quelli che spende il servizio sanitario nazionale per fronteggiare i danni.

La ludopatia rappresenta la piaga sociale del terzo millennio e a farne le spese sono soprattutto i giovani e gli over 60 che ogni mese rischiano di giocarsi l’intera pensione.
Si tratta di una questione spinosa, tornata da poco anche sulle cronache nazionali per il contratto di sponsorizzazione firmato da un noto player del settore – Intralot – e dalla Federazione italiana gioco calcio per le Nazionali di tutte le età.

A questa vera e propria emergenza è dedicata la tavola rotonda che venerdì 11 novembre dalle 10.30 alle 12 prenderà vita nei padiglioni della fiera di Padova che ospiteranno Expo scuola.
A discutere sulla situazione attuale e soprattutto su quali misure mettere in campo per provare a frenare il “contagio” ci saranno l’assessore al sociale del comune di Padova Vera Sodero, Antonio Stivanello del dipartimento prevenzione dell’Ulss 16, un rappresentante dell’Ufficio scolastico provinciale, uno dell’associazione Giocatori anonimi e poi Pier Andrea Zaffoni, che segue il tema azzardo per l’ufficio di pastorale sociale e del lavoro.

Un impegno iniziato due anni fa, quando il gioco patologico è stato messo al centro di un laboratorio organizzato nell’ambito della scuola di Formazione all’impegno sociale e politico della diocesi di Padova e che si è poi sviluppato nel concorso “Diciamolo con arte” a cui hanno partecipato più di venti scuole cittadine i cui alunni, attraverso un’opera artistica o letteraria, hanno scelto di dire no all’azzardo.

«Da quel momento – spiega Zaffoni, tuttora impegnato nella Fisp a fianco del direttore Luigi Gui – il comune di Padova ha scelto di rendere permanente il gruppo di lavoro che comprendeva anche il Centro servizi per il volontariato e SlotMob oltre alla Direzione provinciale del lavoro».

In questo contesto nasce ora il progetto “Gioca sano”, che verrà illustrato nella tavola rotonda dell’11.
Si tratta di un vero e proprio concorso rivolto alle scuole della città, a partire da quelle per l’infanzia fino alle elementari e medie, statali o paritarie.
La sfida sarà quella di inventare, costruire o promuovere nuovi e antichi giochi in grado di sviluppare la conoscenza della realtà cittadina, con i suoi monumenti, le sue tradizioni, gli usi e i costumi; di creare o favorire relazioni umane, la socialità e il sentirsi "comunità", in uno scambio tra generazioni. Ma anche giochi che penetrino nei meccanismi della vita concreta e reale favorendo il contatto con la realtà (giochi di ruolo), che esprimano particolari abilità in cui l’individuo o il gruppo si possano distinguere.
E infine che si tratti di giochi che promuovano l’inclusione sociale valorizzando le diversità e possano essere realizzati in eventi pubblici cittadini.

Parallelamente all’impegno in sinergia con l’amministrazione comunale, l’ufficio di pastorale sociale sta studiando una serie di incontri formativi in collaborazione con don Marco Galletti, da pochi mesi coordinatore della pastorale cittadina.
L’intenzione è quella di proporre, dopo le festività natalizie, una serie di appuntamenti formativi nei vicariati della città in collaborazione con l’Ulss 16 e in particolare con Antonio Stivanello.
Nel frattempo continua il braccio di ferro a colpi di ricorsi al Tar tra le amministrazioni locali, che provano a frenare il fenomeno, e i signori dell’azzardo.

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