Tratta, «raddoppiati i minori in strada». Molti arrivano a Lampedusa

Analisi di Vincenzo Castelli di On the road. Boom di minori coinvolti, complice anche l’emergenza sbarchi: «Meno controlli e centri superaffollati favoriscono la criminalità organizzata». Cambiano le rotte.

Tratta, «raddoppiati i minori in strada». Molti arrivano a Lampedusa

Non solo nigeriane. Il fenomeno della tratta a sfruttamento sessuale negli ultimi anni ha assunto contorni sempre più diversi: cambiano le rotte, che coinvolgono sempre di più i paesi dell’Est (Romania e Bulgaria), e i protagonisti. Con un boom di ragazzi minori, la cui percentuale è raddoppiata passando dal 7 per cento delle persone sfruttate al 13-14 per cento. A delineare i tratti di un fenomeno che si acuisce in particolare nel periodo estivo è Vincenzo Castelli, presidente dell’associazione On the road e curatore di Punto e a capo sulla tratta, un libro che si avvale di una ricerca qualitativa, realizzata tramite interviste che hanno coinvolto 268 organismi che hanno implementato i progetti sulla tratta e 360 che gestiscono attività a favore delle vittime.

«Quello della tratta è un fenomeno drammaticamente presente nella nostra società del benessere - spiega Castelli - ma si tratta di una realtà che negli ultimi anni è molto cambiata, si tratta di un fenomeno sempre più multi target, multi luogo e multi problema. Se il primo gruppo etnico rimangono infatti le donne nigeriane, sempre di più sono le donne che arrivano dai paesi dell’Est. In questo caso, infatti, non c’è bisogno di un permesso di soggiorno, sono comunitarie, ed è quindi più facile arrivare in Italia». Le nuove rotte, oltre a quella ben consolidata del Mediterraneo, infatti, coinvolgono i Balcani e il Montenegro, ma c’è anche chi arriva dall’America Latina passando per la Spagna e il Portogallo.

«Il problema della tratta racchiude in sé sempre più problemi interconnessi: sono molte per esempio le donne costrette a prostituirsi dopo aver fatto richiesta di asilo politico – spiega Castelli - In questo momento di emergenza sbarchi, infatti, è sempre più facile che le vittime cadano in mano alla criminalità, perché i controlli sono sempre meno e i centri  per l’accoglienza sono super affollati. Non è raro quindi trovare per strada donne inserite nei progetti Sprar».

L’altro aspetto allarmante è quello dei minori. «Sono raddoppiati – aggiunge il presidente di On the road – si tratta di ragazzi nigeriani e romeni, per lo più. La loro percentuale è passata dal 7 al 13-15 per cento del totale delle presenze in strada per sfruttamento sessuale». Anche in questo caso, molti arrivano a Lampedusa e da lì vengono poi portati sulle strade dai loro sfruttatori. I minori sono spesso maschi e finiscono nel giro della prostituzione omosessuale, c’è poi l’altro filone dei maschi adulti e per lo più transgender. «In questo caso siamo poco attrezzati – spiega ancora Castelli – perché non ci sono ancora molte strutture di accoglienza dedicate ai transgender, ma  il loro sfruttamento è sempre più presente».

Altro tema ancora poco affrontato è quello della tratta per lo sfruttamento lavorativo e l’accattonaggio. «Come tutta l’economia illegale è un fenomeno in grande aumento, che però ancora si conosce troppo poco – conclude Castelli– e su cui si dovrà lavorare con più attenzione. Sempre più persone, soprattutto dall’Africa, arrivano qui per lavorare e finiscono nelle reti del caporalato e dello sfruttamento. Ma è un tema su cui non c’è attenzione. Questo perché culturalmente è più facile individuare l’illecito nello sfruttamento sessuale, mentre per il lavoro si tende a pensare che i migranti vengono qui a rubarlo a noi italiani e quindi chi li impiega, anche con paghe da fame, fa comunque un’opera di bene. Invece è un grande tema, su cui il ministero del Lavoro deve investire, per evitare che diventi anch’esso un’emergenza».

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Parole chiave: meno (3), tratta (21), boom (2), minori (60), Lampedusa (15), controlli (4)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)