Arrivano i coordinatori vicariati per la comunicazione

Inizia gradualmente a emergere anche all’interno della diocesi di Padova la figura del coordinatore vicariale per la comunicazione. Saranno chiamati ad affiancare gli altri operatori pastorali per meglio inquadrare il loro operato nel nuovo contesto socio-culturale dominato dai media, e ad aprire nuovi percorsi pastorali, nell’ambito della comunicazione e della cultura, attraverso i quali raggiungere persone e ambiti spesso periferici, se non estranei, alla vita della chiesa e alla sua missione.

Arrivano i coordinatori vicariati per la comunicazione

Il documento di riferimento della Cei, Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della chiesa (2004), suggerisce che potenzialmente possa sorgere in ogni comunità cristiana la figura di un animatore nell’ambito della cultura e della comunicazione, che affianchi quelle ormai ampiamente riconosciute del catechista, dell’animatore della liturgia e della carità.
Il documento accosta i termini comunicazione e cultura (anicec = animatori della comunicazione e cultura) precisando che l’azione di queste persone «da un lato dovrà svilupparsi verso chi è già attivamente impegnato nella pastorale, per aiutarlo a meglio inquadrare il suo operato nel nuovo contesto socio-culturale dominato dai media; dall’altro dovrà aprire nuovi percorsi pastorali, nell’ambito della comunicazione e della cultura, attraverso i quali raggiungere persone e ambiti spesso periferici, se non estranei, alla vita della chiesa e alla sua missione» (Comunicazione e missione, 121).

All’interno della chiesa di Padova questa figura pastorale non ha ancora una fisionomia precisa, con tutti i pregi e le fatiche che ogni stato nascente porta con sé.
Della nascita e coordinamento di questi operatori si sta occupando direttamente da qualche mese l’ufficio di pastorale della comunicazione, che li sta orientando innanzitutto a un ascolto attento di risorse e limiti nel tessuto ecclesiale locale.
«Siamo rimasti stupiti – spiega don Marco Sanavio, direttore dell’ufficio – dalle competenze professionali e dalla disponibilità di quanti hanno accettato di affiancare l’ufficio in questo percorso a servizio di vicariati, unità pastorali e parrocchie. Si tratta di persone appassionate della dimensione della comunicazione ma anche consapevoli che possono mettere le loro esperienze ed energie a servizio delle comunità cristiane della diocesi».

Per rendere più concreto questo servizio di ascolto, l’ufficio di pastorale della comunicazione ha pensato di affidare all’Osservatorio socio-religioso triveneto (Osret), diretto dal Alessandro Castegnaro, una ricerca denominata “Sonar” perché, analogamente a quanto avviene con l’ecoscandaglio, è volta a rilevare anche qualche ostacolo che non è immediatamente visibile in superficie ma che può minare la comunicazione. La ricerca, che partirà da metà ottobre, prevede nella prima parte dell’anno pastorale un’intervista personale a cinque parroci e cinque vicepresidenti per ciascun vicariato, mentre nella seconda parte si concentrerà sulla rilevazione statistica di un campione significativo.
«Si tratta di uno strumento semplice ma autorevole – spiega Arianna Prevedello, responsabile progetti dell’ufficio comunicazione – che aiuterà i coordinatori e l’ufficio stesso a operare, in futuro, tarandosi meglio sulle esigenze del territorio anche grazie alla ricerca di ascolto attivo messa in opera da questi preziosi collaboratori».

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