Baciamano al boss. Il vescovo sospende le cresime

Dopo lo scandaloso episodio avvenuto a San Luca, all'arresto del latitante 'ndranghetista Giuseppe Giorgi, il vescovo di Locri Gerace mons. Francesco Oliva scrive alle comunità del paese tristemente noto per fatti di mafia ricordando che i credenti si inchinano solo a Dio. Mercoledì 21 le cresime degli adulti non ci saranno. Al loro posto una giornata di penitenza e digiuno con momenti di riflessione e preghiera. A San Luca, dopo un lungo commissariamento per mafia, nessuna lista è stata presentata per le amministrative dell’11 giugno.

Baciamano al boss. Il vescovo sospende le cresime

Le cresime degli adulti fissate per il 21 giugno a San Luca, in diocesi di Locri-Gerace, non ci saranno. La decisione è del vescovo, mons. Francesco Oliva, dopo il baciamano al boss della ‘ndrangheta Giuseppe Giorgi, catturato nei giorni scorsi dopo una latitanza durata 23 anni.

«Il credente si inchina solo a Dio», è stato il primo commento del pastore, che poi in una lunga lettera ai fedeli delle parrocchie di San Luca ha scritto: «Inchinarsi al potere umano, e ancor più al potere mafioso, rende schiavi ed uccide la speranza. Torniamo al Signore con una fede autentica che non scende a compromessi col male». Mons. Oliva il 21 sarà comunque a San Luca, ma per «dedicare una giornata di penitenza e di digiuno con momenti di riflessione e di preghiera».

Tra le motivazioni del vescovo, come riporta Avvenire non c’è solo il baciamano al boss – solo un saluto a un amico fraterno «che non vedevo da vent’anni», ha detto al Tgr l’autore, Antonio Vottari, scusandosi con le istituzioni e il paese.
A San Luca infatti nessuna lista elettorale è stata presentata per le elezioni comunali di domenica 11 giugno, dopo un lungo commissariamento per infiltrazioni mafiose.

«È necessario che riprendiate in mano le vostre sorti politiche e amministrative secondo le regole democratiche. Non dobbiamo dimenticare che “lo Stato siamo noi” – ha scritto ancora mons. Oliva – e che ogni buona amministrazione dipende dalla coscienza civile di ognuno di voi».

«La vera fede ­– ha aggiunto – non tollera alcuna forma di connivenza con il male. Non è possibile essere cristiani appartenendo ad associazioni di stampo ndranghetista. Ed è mafiosa ogni forma di illegalità, di collusione, di arroganza e prepotenza, di corruzione, ogni traffico illecito, spaccio di droga, usura e sfruttamento dell’ambiente»

Una presa di posizione limpida quella del vescovo di Locri-Gerace, conclusa con l’invito a «un sussulto di umanità ed una conversione sincera alla vera fede» e il ricordo del primo comandamento («Io sono il Signore, tuo Dio, non avrai altri dei di fronte a me») a chi si inchina ai boss. «Ciò esclude ogni forma di idolatria del denaro e del potere mafioso. Questa è la via che il vero credente è chiamato a seguire. Questa è la verità che rende liberi».

E sul baciamano al boss Giorgi, è intervenuto anche il direttore di Parola di Vita, giornale diocesano di Cosenza-Bisignano, Enzo Gabrieli:

«Sono gesti che lasciano lo sconforto nel cuore ma bisogna ricordare che silenziosamente sta crescendo, e dobbiamo permetterle di crescere, una foresta di uomini e donne, con la schiena dritta, che sanno indignarsi e non vogliono che la loro terra, la bella Calabria, sia sporcata da questi uomini delle mafie; anche quando sono braccati qualcuno riconosce loro ancora l’autorità».

Gabrieli ammette però che «Dobbiamo avere il coraggio di dirlo, non dobbiamo vergognarci di denunciare che ancora esistono queste cose. In questa terra bisogna annunciare ancora con forza il Vangelo di liberazione, quella liberazione da ogni sottomissione. Non ci stiamo e vogliamo continuare a gridare con papa Francesco e con i vescovi calabresi che la ‘ndrangheta è l’anti-Vangelo».

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