È scomparso mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini

Mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini, presbitero della Diocesi di Padova, è mancato questa mattina, sabato 21 marzo 2015 – all’Oic della Mandria dove risiedeva da qualche tempo insieme alla sorella ed era amorevolmente seguito dal personale tutto e dalle moltissime persone che costantemente lo visitavano, preti, laici e la "famiglia" della Fondazione Zancan. Lo scorso 3 marzo mons. Pasini aveva ricevuto la telefonata di papa Francesco, raccontata in un servizio della Difesa.
Le esequie si celebreranno martedì 24 marzo alle ore 10.30 in basilica Cattedrale a Padova, presiedute dal vescovo Antonio Mattiazzo. 

È scomparso mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini

La diocesi tutta, il vescovo Antonio e i presbiteri esprimono profondo cordoglio per la perdita di un uomo e di un presbitero che tanto ha dato alla chiesa, ma c’è anche tanta riconoscenza per aver condiviso un dono che il Signore ha alimentato dando voce ai poveri e ai bisogni degli ultimi.
Mons. Pasini, infatti, aveva seguito i passi di mons. Nervo, prima alla direzione di Caritas Italiana, per due mandati, e poi alla presidenza della Fondazione Emanuela Zancan onlus. Un cammino così profondamene condiviso, quello di mons. Nervo e di mons. Pasini, da vederli accomunati anche dal ritorno alla Casa del Padre: il 21 marzo 2013, esattamente due anni fa, anche mons. Nervo lasciava questa terra.

Il ricordo e il ringraziamento della Fondazione Zancan
«Siamo grati al Signore per averci donato don Giuseppe – dice il direttore Tiziano Vecchiato, a nome dell’intera Fondazione Zancan – Gli siamo riconoscenti per la ricchezza umana e spirituale. Monsignor Pasini e monsignor Giovanni Nervo ci hanno lasciato entrambi il primo giorno di primavera (due anni fa don Giovanni e oggi don Giuseppe). E insieme hanno contribuito alla primavera della chiesa. Compagni di viaggio nella vita e nella fede e dono vivente per credenti e non credenti».

Mons. Pasini e Caritas Italiana
«Tutto il lavoro della Caritas Italiana è stato reso possibile, grazie alla struttura interna, cioè ai numerosi operatori, che si sono via via susseguiti, che si sono fatti carico del lavoro crescente della Caritas, con un ammirevole senso di corresponsabilità, ma anche con la creazione di un clima di famiglia, dove si condividono i momenti di gioia e quelli di sofferenza».
È questo il ricordo più bello che don Pasini ha conservato della sua lunga presenza nell’organismo pastorale Caritas. Lo ha sottolineato lui stesso, intervenendo alla presentazione del volume “La grammatica della carità”, che Caritas Italiana gli ha dedicato in occasione dei suoi ottant’anni.
E ha poi aggiunto: «Questo è anche l’augurio che faccio alla Caritas Italiana: di saper conservare nel suo sviluppo che andrà crescendo nel tempo, lo spirito di una comunità di fede e di carità reciproca fra tutti i suoi operatori: sarà la più bella pubblicità alla propria missione evangelica».

Infine, richiamando le radici, ha voluto indicare ancora una volta i sentieri lungo cui procedere. «La Caritas ha il dovere di rinnovarsi, rispondendo alle attese dei tempi nuovi, ma il rinnovamento deve rispettare la propria identità, e quanti vi operano è bene che conoscano da dove si è partiti, quali erano le aspettative della chiesa che l’ha fondata e in particolare di quel grande papa che fu Paolo VI, che considero, al di là delle competenze formali, il vero fondatore e animatore della più bella realtà ecclesiale italiana, fiorita nel dopo Concilio. Ringrazio il Signore di avermi concesso questa grazia e ringrazio di nuovo tutti voi».

Caro don Giuseppe, «I vecchietti hanno tutti bisogno di affetto», dicevi sorridendo ogni volta che ricevevi la sorpresa di una visita o di una telefonata. E l’affetto di tutta la Caritas siamo certi ti ha seguito anche in questo passaggio e resterà accanto a te, così come la preghiera ci terrà uniti, nella certezza che i tanti semi da te sparsi senza sosta, continueranno a dare splendidi frutti di carità.


La biografia
Mons. Pasini nasce a Piove di Sacco il 26 dicembre 1932. Subito dopo la guerra, nell’ottobre 1945, entra in seminario all’età di 13 anni. Viene ordinato sacerdote all’età di 23 anni e mezzo l’8 luglio 1956.
Dal settembre 1956 fino al 1963 svolge funzioni di coadiutore nella parrocchia di San Daniele a Padova.
Dal settembre 1963 al settembre 1967 è animatore pastorale nella nascente zona industriale di Padova, che contava più di 300 aziende e settemila dipendenti.
Contemporaneamente insegna Dottrina sociale della chiesa nella Scuola superiore di servizio sociale di Padova e si iscrive alla facoltà di scienze politiche all’università di Padova. 
Conseguirà, successivamente, la laurea nella stessa disciplina a Roma, in quanto nel settembre 1967 viene chiamato a Roma come vice assistente nazionale delle Acli, a fianco dell’assistente nazionale mons. Cesare Pagani e vi rimane fino al 1971, con l’incarico di seguire la formazione dei quadri nazionali e provinciali del movimento.
Sono gli anni più delicati dell’organizzazione aclista, che hanno visto la famosa “sconfessione” del movimento da parte di Paolo VI e il conseguente ritiro degli assistenti ecclesiastici nazionali e provinciali.


Nel 1972 mons. Giovanni Nervo chiede al vescovo di Padova che mons. Pasini possa collaborare nell’importante istituzione nata da poco per volere del papa Paolo VI e della quale Nervo era presidente, la Caritas Italiana.
Così, dopo la laurea in scienze politiche conseguita presso l’università La Sapienza di Roma, inizia il nuovo impegno come responsabile del settore “Studi, formazione e documentazione” di Caritas Italiana, fino al 1986. In quell’anno mons. Nervo lascia la Caritas Italiana per la scadenza del secondo mandato prevista dallo statuto e in contemporanea la Cei nomina direttore nazionale mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini, che ricoprirà questa carica dal 1986 al marzo 1996, per due mandati consecutivi.
Nel corso del suo duplice mandato di mons. Pasini la Caritas consolida la sua presenza, distinguendosi per una forte connotazione educativa e sociale, con estrema attenzione ai bisogni dimenticati e agli “ultimi della fila”, sia a livello nazionale che internazionale.

Negli anni 1982-2002 mons. Pasini è docente di Pastorale della carità alla Pontificia università Lateranense. Dal 1996 al 2000 è direttore del Centro Giuseppe Toniolo di Padova. Dal 2000 al 2010 è presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero della diocesi di Padova.
Nel 1997 mons. Nervo dà le dimissioni da presidente della Fondazione Emanuela Zancan onlus Centro studi e ricerca sociale e chiede al vescovo che possa subentrare a lui nella presidenza mons. Pasini.

Il 3 marzo scorso, alle 12.01, mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini ha ricevuto la telefonata di papa Francesco
«Santità, la sua elezione è stata per me liberante» risponde don Giuseppe: «Quando la elessero papa, io ero in gran confusione, poi ebbi un’illuminazione e pensai “offro la mia sofferenza a Dio, per il papa, perché possa compiere il suo enorme compito di riforma della chiesa”. Dopo questo fatto tutto mi fu più chiaro: la mia malattia non cadeva nel vuoto ma aveva un compito nella chiesa e nel mondo. Quando l’offerta è al Signore, tutto diventa più significativo. Non soffrivo invano, tutto si univa alla sofferenza di Cristo. Ora ho uno scopo per cui pregare e per cui soffrire».


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Fonte: Comunicato stampa