Il circolo Noi Santa Rita, un ponte tra la chiesa e la strada

Un circolo dove le mamme sono protagoniste: a Santa Rita tante attività per anziani e famiglie. Qui si compensa la mancanza di un gruppo Acr o Scout con la disponibilità generosa di tante mamme sempre pronte a dare una mano e a sorvegliare i ragazzi.

Il circolo Noi Santa Rita, un ponte tra la chiesa e la strada

Una lunga storia e tante attività per il circolo “Santa Rita” dell’omonima parrocchia padovana. «La storia del nostro circolo – racconta il vicepresidente Lorenzo Cristofori – comincia da lontano, prima come patronato, poi come circolo e infine come circolo aderente al Noi, per creare comunità, per essere un luogo di passaggio tra il vivere di tutti i giorni e la parrocchia».

Il circolo, che conta quest’anno 170 iscritti – anche se il numero dei tesserati oscilla di anno in anno – è a servizio di una comunità composta da 2.850 persone. È formato da un bar, aperto tutti i pomeriggi, tutta la domenica e di sera in occasione di eventi importanti. La parte che compone il bar è dotata di una piccola sala interna e di uno spazio esterno, detto “sotto la pergola”, molto frequentato durante la stagione estiva. Al bar si aggiungono uno spazio interno con ping pong e calcio balilla, una saletta dove i più anziani giocano a carte tutti i pomeriggi e dove si trova una piccola biblioteca, una sala grande, detta “palestrina”, dove si svolgono le riunioni del circolo e i momenti conviviali ma dove ogni settimane si ritrovano anche venti coppie per giocare a burraco.

«Proprio come ci dice il papa, vogliamo creare dei “ponti tra la strada e la chiesa” – spiega Lorenzo Cristofori – e così per noi “fare circolo” non è solo fare tessere, sistemare il bar del patronato o mettersi in regola con gli adempimenti legislativi, ma portare avanti dei progetti insieme condividendo esperienze, percorsi, proposte ed opportunità, seppur con tutte le difficoltà e le resistenze che si possono incontrare».

Il circolo si pone come elemento di coesione per contribuire alla crescita dello spirito comunitario. Anche fuori dalla comunità: «In tanti arrivano da altre parrocchie, in particolare chi partecipa ad attività particolari come il burraco. Speriamo così di coinvolgerli e stimolarli a proporre nuove iniziative associative».

Il direttivo è composto principalmente da persone giovani: da una parte questo è un vantaggio, perché permette di avere forze fresche, dall’altra uno svantaggio, perché si tratta di donne e di uomini che ancora lavorano: «Per questo cerchiamo di costruire l’attività del circolo “un mattone alla volta”, cercando poi di stabilizzarlo prima di inserire un altro mattone e un’altra attività».

Sono già tanti però i “mattoni” che compongono il lungo anno del circolo. Si va dalle tre giornate di festa in ottobre, l’"Oktober fest", per poi passare alla castagnata di inizio novembre. La prima domenica di ogni mese in patronato si vive un’iniziativa a sostegno dei migranti in collaborazione con la Caritas parrocchiale, mentre due volte l’anno c’è il “The con i nonni” per incontrare i più anziani. A Natale tanti momenti conviviali con vin brulé e cioccolata calda, più il “Babbo natale con i Bimbi” organizzato dalle mamme.

Una presenza da sottolineare a più riprese è proprio quella delle mamme: «Nel pomeriggio, unendo l’utile al dilettevole, danno la loro disponibilità ad assistere e sorvegliare i ragazzi presenti in patronato. Si tratta di un servizio molto importante anche a livello educativo per gli adolescenti e i giovani che frequentano».

Le mamme compensano in parte l’assenza dell’Acr o di un gruppo scout: «Nella nostra parrocchia il circolo Noi si identifica con il patronato. La sua funzione educativa esiste tutt’ora, anche se un po’ “sfilacciata” rispetto al passato, questo dipende soprattutto dalle altre attrattive esterne che vi sono. Ma i patronati non sono morti, si stanno semplicemente trasformando».

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