Osservatorio Caritas: volti e numeri delle nuove povertà

Nel corso del 2012 al Centro di Ascolto di Padova della Caritas si sono rivolte 1.644 persone, per un totale di oltre duemila problematiche affrontate (spesso i bisogni sono plurimi), con una media di 137 persone al mese. Oltre la metà (862) sono donne e un terzo (510) italiani. Un dato, quest’ultimo, fortemente significativo di una crisi che sta coinvolgendo anche “nuove” fasce di popolazione in città e non solo, visto che al centro confluiscono – allo stato attuale – anche molte persone provenienti da fuori.

Osservatorio Caritas: volti e numeri delle nuove povertà

Tutti i dati dell'attività del Centro sono contenuti in un nuovo strumento – Report 0 - Osservatorio Caritas delle povertà e delle risorse – che rappresenta un primo risultato di un’operazione di raccolta e organizzazione sistematica dei dati che si intende nel prossimo futuro estendere anche ai centri di ascolto vicariati.
Il report è stato presentato, venerdì 11 aprile, a un corposo numero di volontari Caritas, rappresentativo degli oltre 400 che, adeguatamente formati, mettono a disposizione gratuitamente tempo e competenze nei Centri di ascolto vicariali, al Centro di ascolto diocesano e in numerose altre realtà di servizio a situazioni di povertà e bisogni.

La presenza straniera. Se i dati oggettivi sull’immigrazione registrano in città una forte presenza di immigrati dai paesi dell’Est, al Centro di Ascolto si rivolgono in particolare persone provenienti dall’Africa, che a differenza degli est europei arrivano in Italia senza avere dei riferimenti lavorativi, di alloggio e giungono da situazioni di indigenza estrema o di conflitto (di 1.134 stranieri: il 37 per cento proviene dal Marocco, il 29 dalla Nigeria mentre il 18 dalla Romania).

Il profilo familiare. Per quanto riguarda la situazione familiare, nel 39 per cento dei casi si tratta di persone che vivono in coppia con o senza figli, un 31 per cento sono individui singoli con o senza figli. Circa il 60 per cento si attesta nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni; oltre la metà (54 per cento) risulta disoccupato. Per quanto riguarda il livello di istruzione, il dato è relativo in quanto riferito solo a un terzo delle persone ascoltate: su circa 500 persone risulta che un individuo su quattro presenta un livello scolastico superiore a quello dell’obbligo, mentre un 5 per cento ha conseguito la laurea.

Le richieste principali sono legate alla mancanza o perdita di lavoro (43 per cento), ma anche all’impossibilità, pur avendo un reddito, di stare al passo con il costo della vita. Da qui le numerosissime domande per accedere ai buoni pasto delle Cucine economiche popolari o per trovare un alloggio, o ancora per il pagamento delle bollette delle utenze domestiche, di scadenze fiscali.
Tra le richieste relative alle problematiche lavorative un 65 per cento è conseguente alla perdita del lavoro o al licenziamento e un 25 a uno stato di disoccupazione protratta nel tempo. Nove richieste su dieci sono legate a questioni di reddito e in sei casi su dieci l’operatore Caritas si confronta con situazioni di conclamata povertà.

I fondi impiegati. A queste richieste Caritas Padova risponde con modalità diversificate. Fatto salvo le risorse impiegate per i buoni pasto – che comprendono tra l’altro una rete di soggetti coinvolti e vengono conteggiate a parte rispetto alle quelle erogate dal Centro di ascolto – nel 2012 il Centro di ascolto diocesano di Caritas Padova ha messo in campo circa 63 mila euro: di cui 41 mila (66 per cento dell’intero ammontare) per il pagamento di bollette e oltre 11 mila (19 per cento) in contributi per situazioni di emergenza; un 4 per cento per farmaci (circa 2.500 euro) e a seguire un 9 per rimpatri o spostamenti per esigenze di lavoro e poco più di mille euro per altre esigenze. Il tutto secondo opportune valutazioni: c’è infatti un 7 per cento delle richieste che riceve una risposta negativa.

Il Report 0 è un primo, significativo, step di un lavoro più ampio che prevede, entro l’anno, di presentare anche i dati 2013, corredati dalle registrazioni che arriveranno anche dai primi nove Centri di ascolto vicariali, avviati lo scorso anno. A seguire, l’Osservatorio prevede la verifica annuale della situazione, nell’obiettivo di implementare sempre più la geografia di riferimento e la lettura in prospettiva dell’evoluzione dei bisogni, delle povertà e delle risorse.
Il report rappresenta un utile strumento della chiesa diocesana sia per conoscere la dinamica delle realtà delle situazioni di fragilità e difficoltà, sia per valorizzare le risorse disponibili nel territorio e coinvolgere le comunità parrocchiali. È inoltre un elemento di integrazione alla formazione per i numerosi volontari che operano nei Centri di ascolto e risponde al metodo Caritas che si muove su tre dimensioni essenziali e fondamentali: ascolto, osservazione, discernimento. Che tradotto nella pratica significa porsi in ascolto delle persone (Centri di ascolto), nell’osservare i dati e le situazioni (Osservatorio Caritas delle povertà e delle risorse), per arrivare a discernere, ossia a capire, in base alla realtà oggettiva cosa fare, quali sono le priorità, dove è opportuno e necessario investire, dove invece è utile modificare le prassi di intervento e come muoversi in prospettiva.

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Parole chiave: centri di ascolto (2), Caritas (222), poveri (88), povertà (158), immigrati (78)
Fonte: Comunicato stampa