Poliambulatorio Caritas, un presidio del diritto

Riaperto nell’ottobre 2014 dopo alcuni mesi necessari al riammodernamento degli ambienti, il poliambulatorio Caritas-Cuamm ha già accolto 561 persone, per lo più italiani, marocchini e rumeni. Un servizio prezioso per quanti si trovano in situazione di disagio sociale.

Poliambulatorio Caritas, un presidio del diritto

La salute è un diritto. Per tutti
Che va tutelato e promosso anche attraverso azioni concrete, come i “servizi segno” che Caritas diocesana, attraverso l’associazione partner Adam onlus, ha e sta attivando sul territorio padovano.
Si tratta di un poliambulatorio Caritas-Cuamm e di una serie di convenzioni con realtà pubbliche e private, che permettono di assicurare ausili e farmaci a quanti vivono situazioni di disagio accentuato.

«Nei centri di ascolto e vari servizi – spiega Sara Ferrari, una delle referenti diocesane di Caritas – incontriamo quotidianamente persone italiane e straniere che per ragioni burocratiche o economiche hanno difficoltà ad affermare i propri diritti. Il nostro dovere è quello di accogliere la persona per ascoltare il suo bisogno e cercare insieme a essa una risposta. La prossimità agli ultimi è ciò che alimenta e dà senso al nostro lavoro, la necessità di offrire risposte immediate a problemi concreti non deve però sostituirsi alla capacità di progettare a lungo termine percorsi di reale tutela dei diritti».

È per questa ragione che i servizi sanitari attivati sul territorio da Caritas non si pongono come alternativi o paralleli al servizio sanitario nazionale
«Vogliono essere segni tangibili dell’attenzione che il diritto alla salute merita da parte di tutti, promemoria concreti della responsabilità che lo stato ha anche e soprattutto nei confronti delle persone che non hanno una voce per parlare di sé. Crediamo davvero che il servizio sanitario nazionale vada promosso in quanto principale strumento di democratica tutela del diritto alla salute e che privatizzare le cure sia discriminatorio sul piano sociale, poiché si rischia di far dipendere la salute dal reddito individuale».
Non c’è quindi volontà di sostituirsi al servizio pubblico, ma «l’impegno ad attivare temporaneamente risposte di diritto e di giustizia là dove questi diritti primari non vengono sufficientemente riconosciuti, in uno spirito di collaborazione e corresponsabilità».

Sul fronte della tutela della salute, in convenzione con i servizi sociali del comune di Padova, Caritas diocesana da anni si avvale del servizio volontario di medici che si alternano nel poliambulatorio (prevalentemente odontoiatrico) di via Duprè 26, riaperto nell’ottobre 2014 dopo alcuni mesi di chiusura per un complessivo rimodernamento della struttura e delle attrezzature.
«In poco meno di sei mesi – racconta Ferrari – si sono registrati 561 pazienti: 300 uomini e 261 donne. E se all’inizio i beneficiari esclusivi erano persone irregolari, stranieri temporaneamente presenti, oggi il servizio è aperto anche gli italiani con Isee praticamente zero. Quindi abbiamo avuto 153 utenti di nazionalità italiana, 93 originari del Marocco e 88 della Romania, che vanno ad aggiungersi a una media di 740 interventi annui, avuti negli ultimi dieci anni».

I medici che vi prestano servizio sono tutti volontari
Grazie a un progetto finanziato della fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, l’attività del poliambulatorio è ripartita con maggiore entusiasmo e con nuove opportunità per le fasce più povere della città e per permettere a un numero sempre maggiore di persone in condizioni di indigenza di accedervi gratuitamente, puntando a fornire un servizio di qualità e una risposta tempestiva ai bisogni di cure attraverso una reale presa in carico della persona dal punto di vista sanitario, in particolare odontoiatrico.

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