Siria, Pax Christi: “logica folle di rispondere alla guerra con la guerra”

“È un momento di smarrimento e di fortissima preoccupazione per ciò che ci può riservare il presente, già tragico, e il futuro. Qui non si tratta di crimini di guerra: la guerra è un crimine in sé”. Lo ribadisce don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, commentando l’impiego di 59 missili Usa contro una base area in Siria, dopo l’attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib.
Simoncelli (Archivio disarmo): uguale sdegno per tutte le vittime

Siria, Pax Christi: “logica folle di rispondere alla guerra con la guerra”

“Abbiamo già detto che la prima vittima di ogni guerra è la verità – afferma ancora don Sacco - Significa dimenticare cosa è successo in Iraq o in Abissinia: anche lì era stato usato il gas e gli italiani erano in piazza Venezia ad applaudire. Il grosso pericolo è che si torni a considerare la guerra come uno strumento percorribile”.
“Oggi l’informazione rischia di travolgerci nella follia di fare il tifo per una parte o l’altra”, con il pericolo “di entrare in una logica calcistica per cui si tifa per Putin, per Trump, per la Turchia o per Israele”.

“Questo atteggiamento è pura follia: di fronte a una tragedia come la guerra non si può fare il tifo come nel calcio. Perché la guerra è morte e non può essere la strada, mai. A noi credenti e a tutte le persone di buona volontà è chiesto di fare l’impossibile per opporci alla logica: guerra contro guerra, violenza contro violenza, missili contro missili”.

Don Sacco invita a “stare attenti a non lasciarsi manipolare. C’è molto dolore e molte vittime perché ci sono grandi interessi, compresa l’industria delle armi e il petrolio. È facile che il potere politico, militare, manipoli le masse”.
Allora “dobbiamo lavorare sulle coscienze perché non ci si lasci intruppare da questa cultura dove sembra inevitabile rispondere alla violenza con la violenza. Ripartire dalle vittime per vedere la realtà con i loro occhi: con il dolore, la puzza, il sangue marcio. Perché questa è la guerra. Tutto il resto è morte, è distruzione”.

Archivio disarmo: sdegno per tutte le vittime della guerra
“Lo sdegno di oggi per i morti a causa di armi chimiche dovrebbe allargarsi per tutte le vittime di tutte le armi, qualunque esse siano e chiunque le usi”: lo afferma oggi Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, commentando l’intervento missilistico degli Usa dopo la strade di Idlib in Siria.

Simoncelli analizza le motivazioni alla base dell’attacco statunitense, che ha ritenuto stavolta “inaccettabile” il massacro di civili: “Come se le migliaia di vittime delle armi convenzionali fossero invece accettabili in Siria, come in Afghanistan o in Libia”.

Il vicepresidente dell’Archivio Disarmo ricorda anche le vittime innocenti degli attacchi con i droni militari armati, “di cui il governo statunitense lo scorso anno ha ammesso l’esistenza” quantificando “con stime tra il 3 e 4%” i “danni collaterali”, anche “per la difficoltà di identificazione dei civili stessi”.
“L’uso dei droni militari armati da parte di diversi Paesi (Stati Uniti, Russia, Israele, ecc.) – fa notare – ha mostrato l’impossibilità di ‘interventi chirurgici’ al punto che, ad esempio, altre fonti stimano le vittime civili, sia morti sia feriti, in Afghanistan, intorno al 30%”.

Simoncelli ricorda che nel quinquennio 2012-2016 il 29% delle esportazioni mondiali di armi è andato nel Medio Oriente: “La sola Ue nel 2014 vi ha indirizzato il 32% del suo export militare”.

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Fonte: Sir