Antichi dettagli medievali nel Palio dei dieci comuni

Giunge alla 40aedizione la rievocazione storico dei dieci comuni del Montagnanese, ormai conosciuta in tutto il mondo. Migliaia i figuranti per uno spettacolo imperdibile che quest’anno si svolge domenica 4 settembre sullo sfondo, come sempre, della cinta merlata di Montagnana.

Antichi dettagli medievali nel Palio dei dieci comuni

Con la “Tenzone di musici e sbandieratori” di sabato 27 agosto entra nel vivo il Palio dei dieci comuni del Montagnanese. La manifestazione vive il suo culmine il primo fine settimana di settembre, in particolare domenica 4, giorno in cui si concentrano gli appuntamenti più attesi: il corteo storico per le vie del centro, la corsa del palio nel vallo intorno alle mura e, calate le tenebre, lo spettacolare incendio della rocca (per il programma completo e prenotare i biglietti www.palio10comuni.it).

Le migliaia di figuranti, l’atmosfera delle ricostruzioni e l’emozione sempre palpabile delle gare di abilità – in primis l’accesissima sfida tra i fantini – il tutto sullo sfondo della fiabesca cinta merlata di Montagnana, hanno fatto del Palio dei dieci comuni una delle iniziative più note e apprezzate nel suo genere in Italia. Richiama, infatti, appassionati da tutta la penisola, Germania, Francia e persino dagli Stati Uniti.

L’edizione 2016, poi, riveste un significato speciale in quanto è la numero quaranta da quando il Palio è stato ripreso in epoca moderna, a ripescare una tradizione che affonda le sue radici nel 13° secolo. Allora le comunità della Sculdascia montagnanese festeggiavano la liberazione dalla tirannide di Ezzelino III da Romano. Oggi sono il campanilismo e il desiderio di emergere sui vicini di casa – nel mettere il muso del cavallo un centimetro più avanti come nella presentazione di un abito – a tenere accesa la passione.

Una fiamma che non si è affievolita nemmeno di fronte alle difficoltà: «Negli ultimi anni il Palio ha subito grandi trasformazioni, passando da un’epoca di contributi generosi a una stagione di austerità – sottolinea Fiorenzo Greggio, presidente del comitato organizzatore, che impegna non meno di duecento persone – Abbiamo però voluto che la maggiore attenzione ai costi avvenisse con equilibrio, senza ridurre l’attrattività del Palio, che anzi è stato arricchito. Alle rappresentazioni collegate alle “armi” si sono aggiunte, infatti, le proposte enogastronomiche e la crescente cura filologica di ogni aspetto, dai costumi alla cena medievale. Il riconoscimento di migliore manifestazione di rievocazione storica in Italia, ottenuto nel 2013 grazie a un voto popolare, ha suggellato questo nuovo corso».

Anche quest’anno ci sono novità: prezzi più bassi, con agevolazioni per varie categorie di persone, e il concerto di musica medievale. Un ulteriore tassello, questo, per far sì che la ricostruzione non si fermi agli episodi di battaglia ma abbracci sempre più la globalità del “vivere medievale”. «Non dimentichiamo che stiamo parlando di un’epoca lunga mille anni, articolata e importante. I ragazzi rischiano però di conoscerla solo superficialmente perché la scuola, per preparare al futuro, forse passa troppo in fretta su questo passato lontano. Proposte come i giochi e i mestieri del tempo dimostrano che il Medioevo piace, appassiona e merita di essere tenuto vivo nella memoria».

Al di là delle migliorie piccole e grandi che si cerca di apportare a ogni edizione, l’obiettivo per i prossimi anni è quello di blindare il futuro del Palio e garantirgli continuità attraverso una fondazione: «È in cantiere già da quattro anni e dovrebbe occuparsi, innanzitutto, della custodia e valorizzazione del notevole patrimonio costituito dai numerosi quadri del Palio, opera di rinomati artisti».

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