La storia romanzata di Bersani eroe da psicodramma nel Pd
Siamo in Italia. Il segretario del maggior partito politico nazionale, sul punto di raggiungere l’apice della sua carriera, diventando il nuovo presidente del consiglio, fallisce. Succede che prima perde le elezioni, poi – a distanza di qualche mese – viene colpito da un grave malore che mette a forte rischio la sua vita. Questo è lo scenario da cui parte il romanzo d’esordio del padovano Antonio Martini, La guarigione, edito dalla piccola ma agguerrita casa editrice veneta Alba Edizioni.
Inevitabilmente, il ricordo (e se non bastasse il parallelismo storico, ci pensa anche la copertina) non può che portare alla memoria quanto successo all’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a cui un paio d’anni fa capitò esattamente la stessa cosa: prima la “non vittoria” alle elezioni politiche, poi l’aneurisma celebrale.
Un’operazione molto rischiosa quella dell’autore, ma se è vero che è compito dei libri e della letteratura saper scavare più in profondità nel cuore delle questioni e dei fatti di quanto non siano in grado di fare le quotidiane cronache giornalistiche, allora questa operazione pare essere riuscita egregiamente, consegnandoci un romanzo veloce, mai banale, a tratti ironico e a tratti crudele, dove vengono descritte vicende e pensieri di una serie di personaggi dai contorni molto marcati, a partire dal loro nome – “il traditore”, “la giapponese”, “il presidente del consiglio”, “il giovane segretario” – che ruotano intorno a lui, al “vecchio segretario”, alias Bersani, stretto in un letto d’ospedale, alle prese con i forti dolori dopo il delicato intervento chirurgico che gli ha salvato la vita, ma non restituito la serenità.
Da qui il suo percorso – e di chi gli sta intorno: oltre ai personaggi citati prima, ricordiamo la moglie, il vecchio amico, l’infermiera ed ex militante delusa e altri – che lo porterà sulla via della guarigione. Il tutto, mentre contemporaneamente la scena politica e istituzionale italiana è attraversata prima dalla caduta e poi dalla nascita di un nuovo governo.
Apparentemente una matassa complicata (Gad Lerner, in una recensione entusiastica nel suo blog, la definisce «uno psicodramma nel Pd»), abilmente svelata in tutti i suoi fili dall’autore, a cui va dato anche merito, oltre che avere una scrittura chiara e lineare, di notevole coraggio e lucida fantasia.
