Prendi un libro e leggi una storia al tuo bambino...

Elisa Colombo, della segreteria nazionale di Nati per leggere: «la lettura condivisa, nell’intimità familiare, fa bene ai bimbi, ma è anche uno strumento utile, facile da usare ed efficace in mano ai genitori per entrare in relazione con il loro bimbo, condividere emozioni, comunicare». Strategico il sostegno di bibliotecari e pediatri. Un’attenzione speciale alle famiglie di immigrati.

Prendi un libro e leggi una storia al tuo bambino...

C’è in Italia una rete sempre più fitta di libri per bambini e di voci che quei libri leggono 
È l’iniziativa “Nati per leggere” (Npl) che quest’anno compie 15 anni. In 1.200 comuni italiani, attraverso circa 500 progetti e migliaia di volontari, si sta radicando il principio per cui se i bambini, fin dalla nascita, oltre al cibo e alle cure, hanno anche una voce (meglio se affettuosa e tra le mura domestiche) che anima per loro tante storie, crescono più sani, sviluppano meglio linguaggio, intelligenza, capacità relazionali e quella che viene definita la “literacy”, cioè la familiarità con i testi scritti nei più ampi contesti.
«La lettura condivisa, nell’intimità familiare – spiega Elisa Colombo, della segreteria nazionale di Npl – fa bene ai bimbi, ma è anche uno strumento utile, facile da usare ed efficace in mano ai genitori per entrare in relazione con il loro bimbo, condividere emozioni, comunicare».

“Diritti alle storie!”
Il progetto Npl è promosso dall’Associazione culturale pediatri (Acp), dall’Associazione italiana biblioteche (Aib) e dal Centro per la salute del bambino.
La rete passa attraverso biblioteche, studi dei pediatri, consultori, asili nidi, singoli educatori, librerie, là dove passano le famiglie con bambini, e assume i contorni più diversi, a seconda delle realtà locali in cui si inserisce.
Proprio in questi giorni si è celebrata la seconda edizione della Settimana nazionale Nati per leggere, intitolata “Diritti alle storie!”, in concomitanza con la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, «per esprimere con un messaggio deciso e universale che ogni bambino ha diritto a essere protetto anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo», afferma Colombo e le storie sono «uno strumento meraviglioso di crescita: James Heckman, Nobel per l’economia nel 2000, ha persino dimostrato che gli investimenti nei primissimi anni di vita, sono quelli che garantiscono il più alto ritorno economico per gli individui e per la società».

Npl vuol dire un sacco di cose
A Ravenna, ad esempio, c’è il progetto “Ti leggo una storia in ospedale”, una risorsa preziosa che «permette di migliorare la qualità di vita durante e dopo il ricovero sia per i piccoli pazienti che per le loro famiglie», spiegano i coordinatori del progetto in ospedale, che curano la “biblioteca della Farfalla”, affinché i pazienti abbiano sempre a disposizione «tanti e buoni libri, divertenti, illustrati».
Oppure, racconta ancora Colombo, c’è un pediatra a Napoli che nella sala d’attesa del suo studio organizza momenti di lettura in cui le mamme si prestano a far vivere le pagine dei libri, aspettando il turno di visita.

In Friuli, Sardegna e Calabria…
Tantissime sono le biblioteche che regolarmente organizzano incontri di lettura e corsi di formazione per spiegare a genitori ed educatori il segreto della lettura e aiutarli ad orientarsi nel panorama vastissimo delle offerte editoriali, come fanno i bibliotecari di Npl del Friuli Venezia Giulia che ogni anno stilano “gli irrinunciabili”, bibliografia con 20 titoli selezionati di libri per bambini.
Npl della Lombardia cura invece il progetto “lettura e intercultura in età prescolare” che punta sulle fiabe come strumento per scoprire le diversità culturali e i personaggi “ponte” che invece appartengono alle storie di tutto il mondo. L’obiettivo è anche di far raccontare e leggere dai genitori stranieri libri di favole per scoprire modi di narrare diversi e far allestire nelle biblioteche e nelle librerie scaffali con libri dal mondo.
In Calabria, come a Sassari, Npl è alle prime armi, e sta cominciando con incontri di sensibilizzazione per i genitori e laboratori di lettura per i bimbi nelle strutture per l’infanzia.

Il ruolo essenziale di famiglie e volontari
La rete cresce e diventa sempre più consistente grazie soprattutto all’apporto dei volontari: «Se non ci fossero i nostri volontari, non sarebbe possibile fare tutto quello che Npl realizza sul territorio» dice Elisa Colombo.
Il futuro di Npl? Siccome ci sono sempre nuovi bimbi tra i 6 mesi e i 6 anni e nuove famiglie, «il lavoro di sensibilizzazione alla lettura non finisce mai», perché l’obiettivo finale di Npl «è che si legga in famiglia».
Il futuro però impone alcune priorità: riuscire a intercettare in modo più sistematico le famiglie con fragilità economiche, sociali e culturali, soprattutto attraverso il servizio dei pediatri e dei consultori, perché «stimoli offerti precocemente possono incidere in modo significativo e profondo sulla traiettoria di vita di un bambino che vive in situazioni di disagio», spiega Colombo.
Ci sono poi le famiglie immigrate, su cui tante realtà locali stanno iniziando a lavorare, mentre a livello nazionale si è già reso disponibile parte del materiale in diverse lingue (sul sito natiperleggere.it).

Scuole dell’infanzia e Facebook
Un altro obiettivo di Npl è lavorare di più nelle scuole dell’infanzia e far nascere tanti “punti lettura” anche al di fuori delle biblioteche, per raggiungere sempre più bimbi e soprattutto i loro genitori. Una potenzialità nuova si sta rivelando Facebook, un luogo in cui i genitori che seguono Npl hanno cominciato a scambiarsi consigli e suggerimenti: «Stiamo iniziando a ragionare anche sulle nuove tecnologie come possibile strumento di condivisione e non di alienazione».

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Fonte: Sir