Torreglia, ecco i vincitori della nona edizione del premio San Sabino

La parrocchia di Torreglia ha chiuso sabato 27 maggio con la cerimonia di premiazione la none edizione del premio di poesia religiosa Parola e mistero, voluto una ventina di anni fa dal docente Giampiero Giuliucci, tauriliense di adozione. È un podio pressoché a chilometro zero quello che si è ritrovato nell'omonima chiesetta alla sommità del colle della Mira per ricevere il premio dall'indigne poeta irlandese James Harpur. Pregevole per cura e contenuti anche la consueta antologia con la prefazione di Ermes Ronchi. 

Torreglia, ecco i vincitori della nona edizione del premio San Sabino

Un podio “a chilometri zero” o poco più quello che ha concluso la nona edizione del premio di poesia religiosa San Sabino.

Nella sezione adulti la giuria presieduta da Stefano Valentini (e composta da Luca Bortoli, Marisa Boschi, Francesca Diano, Patrizia Invernizzi Di Giorgio e Giuseppe Zamarin) ha scelto come vincitrice la poesia La fuga di Donatella Chiorboli di Selvazzano. Una lirica, come spiega la stessa autrice nelle brevi annotazioni richieste all’atto della premiazione, nata da un’esperienza di viaggio a Skara Brae, un insediamento neolitico scozzese abbandonato in tutta fretta, per ragioni sconosciute, dai suoi abitanti 2.500 anni fa. Questo singolo evento drammatico «diventa paradigma – come è scritto nelle motivazioni – della piccolezza dell’individuo a fronte dell’infinità dello spazio e del tempo, manifestazione della transitorietà di chi necessitamente ignora non soltanto il domani proprio, ma anche le “guerre e fughe dei millenni a venire”».

La connessione tra «panorama esteriore e interiore» in una delle più classiche immagini dell’ascesa spirituale verso la divinità è espresso dalla veronese Silvia Germenia in Granito, seconda classificata. Il lavoro di medico in pronto soccorso, per sua ammissione, mette di fronte a una bellezza che va cercata con sguardo penetrante anche nelle ferite della roccia «promesse di appiglio». La poesia offre momenti preziosissimi di fuga e di conforto. Anche l’aponense Daniela Babolin, terza classificata a pari merito con la poesia Ancòra àncora, attinge alla storia, ma non a quella remota. La lirica è dedicata «al padre devoto, internato nei campi di concentramento», alla fede tenace che l’ha sorretto attraverso indicibili esperienze umane. Una resistenza frutto dell’«àncora salvifica» della fede e della preghiera senza la quale lei stessa non avrebbe nemmeno visto la luce. Sarcogonia di Giuseppe Della Malva, bergamasco, docente di teologia, parte da una visione negativa della carne, terrena, pagana, caotica, discordante, danneggiatrice, che poi diventa «gola e respiro», «salmo e salterio», «di luce e di vento».

Deus ex machina di Lucia Legnaro, ventitreenne poetessa di Torreglia, vincitrice della sezione giovani, si concentra con parole scarne sulla ricerca «in modi incerti e plurali» di un’idea di Dio che «schiudesse ermetici fiori d’oro» per poi invocare un assiduo confronto tra cuore e coscienza «in un timore-tremore fecondo e mai inerte».

L’antologia Parola e Mistero (Proget edizioni, pp 200, euro 12,50) ha il pregio, va ricordato, di essere un vero prodotto editoriale, curato con professionalità e diffuso nei circuiti librari. Oltre alle poesie vincitrici, segnalate e selezionate tra le meritevoli, offre i saggi di Franco Marin e Giulio Osto su “Papa Francesco poesia e profezia”, sulla “Via Sacra di James Harpur” di Francesca Diano, sul “Ritratto dell’abate Giuseppe Barbieri” di Francesca Favero. Vengono inoltre pubblicati vari brani del Barbieri con la prima delle sue Veglie tauriliane.

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