Erika Franzon di Zanè si consacra nell'Ordo Virginum. «La Diocesi in cui sono nata è la mia terra di missione»

Ordo virginum Questa domenica in Cattedrale, alle 16, il vescovo Claudio consacra Erika Franzon, 36 anni, residente a Zanè. Dopo il servizio civile svolto in Perù, con la Comunità missionaria di Villaregia, ha intuito la sua strada

Erika Franzon di Zanè si consacra nell'Ordo Virginum. «La Diocesi in cui sono nata è la mia terra di missione»

Originaria di Centrale di Zugliano e attualmente residente a Zanè, Erika Franzon (36 anni), manager di un’azienda metalmeccanica di Breganze, il 21 aprile alle 16, viene consacrata al Signore secondo il rito dell’Ordo virginum, dal vescovo Claudio in Cattedrale di Padova. L’Ordo virginum è la più antica forma di vita consacrata femminile. Nel mondo pagano la scelta di alcune donne di donarsi esclusivamente a Cristo incontrò grande ostilità. Dal 4° secolo venne composto un Rito che sottolineava la dimensione spirituale della verginità cristiana in rapporto a Cristo Sposo. Questa forma di vita scomparve nei secoli successivi, ma rifiorì dopo la revisione del Rito, disposta dal Concilio Vaticano II. A partire dal 1970, la verginità consacrata si è diffusa nuovamente e a oggi si contano più di cinquemila consacrate nel mondo. Erika, da dove ha inizio la tua vocazione? «Ricordo che mio zio don Angelo Corrà mi ha introdotta alla preghiera della Liturgia delle Ore. Quando recitavo il Benedictus, mi sentivo interpellata dal versetto: “E tu bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo”». C’è una figura di riferimento importante per te? «A 19 anni ho iniziato l’università a Gorizia presso la facoltà di Scienze internazionali diplomatiche e lì ho incontrato suor Stefania, la madre superiora del convitto studentesco. Mi ha colpito subito la gioia che brillava nei suoi occhi e ho intuito che questa gioia era anche per me. Iniziai a comprendere che il Signore mi amava, e che con lui avrei potuto vivere una vita in pienezza. All’epoca avevo altri progetti e non ho subito dato retta alla voce di Dio ma Lui ha continuato a bussare al mio cuore». Il momento di svolta? «Nel 2012 ho svolto il servizio civile in Perù con la Comunità missionaria di Villaregia. Desideravo confrontarmi con persone consacrate per rispondere alla domanda: “Signore, cosa vuoi che io faccia?”. Ho vissuto un tempo di verifica, nel confronto con una Chiesa povera e un’umanità bisognosa, al termine del quale ho compreso che il senso della missione è portare il Signore a tutti quelli che non lo conoscono. Tornata a casa ho intuito che la mia terra di missione si trovava nella Diocesi in cui sono nata e cresciuta». Perché hai scelto proprio l’Ordo virginum? «Sentivo il desiderio di vivere la fede stando tra la gente comune, senza segni distintivi. A 30 anni ho compreso che la forma concreta della mia risposta all’Amore di Dio era quella dell’Ordo virginum. Mi sono riconosciuta nei suoi tre elementi chiave: la relazione sponsale con Cristo, il radicamento nella Chiesa diocesana, la vita nei contesti ordinari». Cosa succede, per te, domenica 21 aprile in Cattedrale? «Il vescovo mi consegna la fede nuziale – come quella degli sposi – e il libro della Liturgia delle Ore, con l’impegno a unirmi alla preghiera della Chiesa. È proprio il vescovo la figura di riferimento per l’Ordo virginum. Spetta a lui curare la formazione e discernere l’autenticità della chiamata, ammettere le donne alla consacrazione e celebrarne il rito. La vita consacrata nell’Ordo virginum richiama tutti al mistero che la Chiesa è sposa e in essa il vescovo è segno di Cristo Sposo. Il vescovo può avvalersi anche di altre figure a supportarlo, come ad esempio il delegato episcopale don Claudio Bortignon». Come cambierà la tua vita? «Non cambierà esteriormente. Tuttavia intuisco che cambierà molto dentro di me. Attendo il dono della consacrazione con tanta serenità e con gioiosa trepidazione. Come tutte le scelte “per sempre”, avrà certamente le sue sfide. Ma so che il Signore è fedele, perciò non ho paura».

L’abbraccio delle “sue” parrocchie

Don Luigi Codemo della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo racconta: «Erika fa parte della comunità di Zanè dal 2018 e subito si è resa disponibile nell’animazione liturgica con il canto e in altri servizi. Qui ha trovato una base spirituale, una comunità di supporto e un ambiente in cui continuare a crescere nella sua fede. L’Ordo virginum non è tanto conosciuto tra la nostra gente, quindi c’è molta curiosità e stima per questa decisione». «L’annuncio pubblico della sua scelta di consacrazione, avvenuto a gennaio – ricorda don Mauro Ferraretto (parroco della collaborazione pastorale di Grumolo, Zugliano e Centrale dove Erika è stata battezzata) – ha gradualmente coinvolto anche le parrocchie limitrofe e abbiamo pensato a un percorso intitolato “Venite alle nozze” con momenti formativi, lectio divina, adorazione eucaristica e veglia vocazionale che hanno interessato cinque comunità cristiane. Stiamo tutti accompagnando intensamente Erika con la preghiera». «Ringraziamo la famiglia Franzon che è stata il buon campo dove il Signore ha potuto porre il seme della vocazione» concludono i sacerdoti.

Ilaria Buson

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