La Glera cittadina di Gianni Boetto, il barista dal pollice verde

L'ombra delle vigne di Glera, degli alberi di ciliegi, albicocche, fichi e perfino di un banano vale una pausa "green" al bar-caffè dei Boetto, ostinati nel difendere un angolo di città dall'abbandono.

La Glera cittadina di Gianni Boetto, il barista dal pollice verde

Mentre a Conegliano è in programma il “Trittico Vitivinicolo”, confronto per analizzare il settore vitivinicolo veneto, c'è un padovano, Gianni Boetto, che non ha timori sull'esito della vendemmia del suo prosecco.

Non per peccato di presunzione e neanche per sopravvalutazione del suo pollice verde ma per l'amore diventato energia positiva per le verdi creature da quando Boetto ha deciso di piantare, nel cuore della città, alcune vigne di Glera che fanno da alfiere alle altre piante da frutto piantumate in successione lungo la sommità dell'argine che costeggia riviera Mussato, all'incrocio con la fine di via dei Tadi.

Crescono proprio accanto all'altro incredibile punto verde, o meglio ospedale delle piante, curato sempre dal patron del bar Boetto. Che dopo la sua attività, coltiva una seconda e inconsueta passione: le piante.
Sia d'arredo, come quelle non più rigogliose che molti padovani portano nella “clinica “ fondata dallo stesso Gianni, in un vecchio negozio non più usato, accanto allo storico bar, sia quelle per uso officinale, come i fusti di rosmarino che crescono all'ombra delle vigne o le piante ortofrutticole.
Ci sono carciofi ma anche ciliegi, albicocche, fichi e tutte le altre specie che l'automobilista distratto, che "scatta" al semaforo di Riviera Mussato, non ha mai nemmeno sognato di vedere in così tanta e buona salute, proprio in quest'angolo di vecchia Padova che tutto sembra fuorchè inospitale e moribonda.

Nonostante i due varchi della Ztl, in poche centinaia di metri, abbiano desertificato questa parte di città, costringendo tre attività secolari, un’officina, una macelleria e un fruttivendolo, ad abbassare le serrande, Gianni non si arrende.

Al deserto ha preferito il verde delle “sue” piante e di quelle che cura nella “clinica” vicino al suo locale. Aperto dalle 7 del mattino fino a sera e pure per pranzo. Una pausa green, magari con mezzo “goto” di buon vino, seduti all'ombra di una vera frasca fatta di vera Glera. Roba che i trevigiani farebbero a botte per avere.

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