Se ami le differenze, spalanchi una porta

Dall’esterno ognuno di noi ha un abito diverso che può, a prima vista, creare barriere. Ma se troviamo la porta giusta ed entriamo nel suo spazio interiore e lasciamo che l’altro entri nel nostro, allora scopriamo che l’altro è più simile a noi di quanto si immagini.

Se ami le differenze, spalanchi una porta

Nei giorni scorsi mi sono trovato a visitare un’esposizione dell’artista Michelangelo Pistoletto nella chiesa di San Giorgio, nell’omonima isola a Venezia.
Pistoletto, artista di fama internazionale, lavora molto con gli specchi e le superfici riflettenti, così sono stato subito colpito dall’installazione posta la centro della navata della chiesa, sotto la maestosa cupola palladiana, dal titolo: “Perimetro sospeso - Amare le differenze”.
L’installazione è costituita da una serie di specchi “sospesi” che formano uno spazio circolare. Sul lato esterno di ogni specchio c’è la scritta, in più lingue: “Amare le differenze”.

Ogni scritta ha un colore diverso, quasi a voler marcare la diversità che esiste tra le culture.
Gli specchi, guardati da fuori, sembrano quasi una barriera che impedisce di entrare. Tuttavia, tra l’uno e l’altro c’è uno spazio, un varco che consente di accedere all’interno del cerchio.
Una volta dentro, le scritte spariscono e rimane solo la persona, le persone, che si riflettono sugli specchi. Ci si scopre simili all’interno di una comunità senza barriere. Così gli specchi fanno da tramite tra il visibile e il non visibile estendendo la vista oltre le sue normali facoltà, espandendo le caratteristiche dell’occhio e la capacità della mente, fino ad offrirci la visione della totalità.

Mi piace pensare che quel cerchio che riflette le persone sia anche l’immagine dell’interiorità presente in ogni uomo e donna di qualsiasi cultura.
Uno spazio interiore che, se lasciato emergere, ha la forza di far amare le differenze e di portare a scoprirsi più simili di quanto si possa immaginare.

Il concetto “amare le differenze” supera il senso razionale della tolleranza per il diverso e penetra direttamente nella sfera del sentimento. Anni fa, l’artista scriveva: «Le differenze tra persone e gruppi sociali sono la prima cosa da accettare e accogliere in modo aperto, sensibile e caloroso per dare finalmente senso alla parola umanità».

È bello che quest’opera sia stata realizzata in uno spazio consacrato, dedito al raccoglimento e alla preghiera, perché così assume una forza rinnovata aprendo a riflessioni sulle questioni più delicate che l’uomo contemporaneo sta affrontando, quali il conflitto tra le religioni, l’accettazione delle differenze, la multiculturalità.

L’opera di Pistoletto mi ha dato grandi emozioni, rendendomi consapevole che l’invito ad amare le differenze è valido anche all’interno dei nostri ambienti ecclesiali, delle nostre parrocchie, dei nostri gruppi, tra i catechisti e gli operatori pastorali in genere.

Dall’esterno ognuno di noi ha un abito diverso che può, a prima vista, creare barriere. Ma se troviamo la porta giusta ed entriamo nel suo spazio interiore e lasciamo che l’altro entri nel nostro, allora impariamo ad amare le differenze e ad accorgerci che l’altro è simile a noi più di quanto possiamo immaginare.

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