Ebola, Africa al collasso: cliniche strapiene, non bastano i medicinali

Il racconto di monsignor Vitillo di Caritas International reduce da una missione in Liberia, Sierra Leone e Guinea. «In Europa i casi sono limitati e ben seguiti, mentre in Africa occidentale c’è una vera tragedia: la comunità internazionale è lì che deve intervenire per evitare un’ulteriore diffusione del virus».

Ebola, Africa al collasso: cliniche strapiene, non bastano i medicinali

Quattromila morti e oltre ottomila persone contagiate: cresce di ora in ora il bilancio delle vittime del virus Ebola in Africa, secondo l’Oms «l’epidemia più seria e più grave dei tempi moderni».
E mentre anche in Europa si registrano i primi morti (l’ultimo in ordine di tempo un dipendente Onu deceduto ieri in Germania), la situazione più catastrofica resta in Africa occidentale, dove il virus si espande a un ritmo impressionante.
«In Liberia, Sierra Leone e Guinea la situazione sta peggiorando. L’ho visto con i miei occhi: cliniche strapiene che non riescono più a operare, persone rimandate a casa con il rischio di infettare l’intera famiglia. Un sistema sanitario al collasso su cui bisogna intervenire il prima possibile per evitare che l’epidemia si espanda ancora di più ». A raccontare l’evoluzione del dramma Ebola in Africa è monsignor Robert J. Vitillo, delegato presso le Nazioni Unite a Ginevra per la Caritas Internationalis, appena rientrato da una missione nei tre paesi più colpiti dal virus.

Servono medicinali e materiali per la profilassi per far andare avanti le cliniche
«Il problema maggiore, in questo momento è che le cliniche che offrono il trattamento per l’Ebola sono strapiene – spiega Vitillo – in particolare in Liberia, i centri che abbiamo visitato spesso rimandavano indietro le persone perché non avevano posto. E questo ovviamente aumenta il rischio di contagio nelle famiglie. Alcune Caritas, come quella americana, hanno assicurato l’acquisto di medicinali e di materiali per la prevenzione e la profilassi degli infermieri. Anche l’agenzia cattolica tedesca sta aiutando la chiesa liberiana attraverso l’acquisto di farmaci. L’obiettivo fondamentale è far continuare il lavoro delle cliniche che devono assicurare i servizi sanitari non solo per Ebola ma anche per tutte le altre malattie. In questo momento il sistema sanitario, che già era in difficoltà, è letteralmente al collasso con questa nuova emergenza sanitaria. E il personale sanitario sta minacciando uno sciopero perché la situazione è ingestibile».

«Peggio dell’Aids, il contagio è più diretto e trasmissione più veloce»
Vitillo ha una vasta esperienza di crisi sanitarie gravi, per la Caritas internazionale si è occupato per oltre 30 anni di Aids ma sottolinea che «questa è un’epidemia diversa, molto più pericolosa e con un rischio di contagio molto più veloce».
Se per l’Aids, infatti, il virus può restare in incubazione anche anni prima di manifestarsi, in questo caso il contagio è diretto: «questa malattia è molto più rischiosa, perché il contatto con qualsiasi fluido corporale della persona potrebbe trasmettere l’infezione, e non solo, come nel caso dell’Hiv, con la trasmissione sessuale o tramite il contatto col sangue. L’altro aspetto particolarmente grave, e che preoccupa, è che l’infezione ora sta spostandosi nei centri urbani. E questo crea maggiori rischi, perché qui è impossibile isolare le persone infette a differenza di quanto si è cercato di fare nelle zone rurali».

Più colpita la popolazione povera e disagiata
Nei tre paesi visitati il virus si sta diffondendo in tutti gli strati della popolazione, ma sono i più poveri e disagiati, a essere colpiti in questo momento.
«Per loro è ancora più difficile aver accesso ai servizi sanitari, il fatto che vivano per strada, o che in spazi limitati ci siano intere famiglie, favorisce la diffusione del virus. Molti familiari – aggiunge – provano ad aiutare i malati in casa senza sapere che così rischiano di infettarsi. A questo si aggiunge il problema dei centri pieni, che fa rimandare a casa anche persone malate».

Prevenzione e sensibilizzazione prima di tutto
Ma cosa si può fare per contrastare la diffusione del virus? «Innanzitutto è importante continuare il lavoro che la chiesa sta già facendo nei paesi interessati da Ebola – spiega Vitillo – cioè sensibilizzare la gente ed educarla per far capire alcuni concetti molto semplici. Per esempio che se una persona ha i sintomi dell’Ebola bisogna portarla subito in un centro per fare il trattamento o almeno per accertare la malattia. Il rischio di tenere le persone in casa non è ancora ben compreso. Ma serve anche insegnare a tutta la popolazione alcune misure efficaci, come lavarsi le mani con una soluzione di fluoro e acqua. Questo è quello che va fatto a livello di comunità locali. Mentre quello che serve a livello globale è il rafforzamento del servizio sanitario, in particolare vanno aiutate le cliniche perché siano in grado di diagnosticare i casi immediatamente e iniziare il trattamento».

Psicosi in Europa ma la vera tragedia è in Africa
Dopo i primi casi di contagio nei paesi europei e negli Stati Uniti, la paura di un’epidemia anche in occidente si è diffusa rapidamente ma – aggiunge Vitillo – è bene ricordare che si tratta di pochi casi, su cui si sta intervenendo molto bene. A fronte di questo c’è un panico altissimo tra la gente.
Il problema più grave rimane però in Africa, dove i numeri parlano di migliaia di morti. «È qui che vanno concentrati i nostri sforzi, nei tre paesi dell’Africa che stanno soffrendo per l’epidemia, per evitare un’ulteriore diffusione del virus, ma anche per rispondere alla situazione di questa povera gente colpita. In questo senso serve una risposta della comunità internazionale: il governo americano ha iniziato a rispondere con la costruzioni dei centri Ebola ma anche i paesi europei devono fare la loro parte. Come chiesa anche noi stiamo pensando a quali interventi mettere in campo. L’obiettivo della missione da cui sono reduce era proprio quello di capire cosa possiamo fare per aiutare ancora di più chi sta soffrendo. Ora ci coordineremo con la Caritas Liberia per intervenire con più efficacia».

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: ebola (17), caritas internationalis (1), Liberia (2), Sierra Leone (8), epidemia (9), sanità (92)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)