Le opere d'arte di Battaglia Terme

Le opere d'arte di Battaglia Terme

La vecchia parrocchiale di San Giacomo a Battaglia risale all’inizio del 18° secolo. Nel 1703, utilizzando ottocento ducato donati da Giacomo Stopazzolo, i battagliensi ricostruirono in forme più ampie e rinnovate la chiesa preesistente ormai insufficiente a contenere l’aumentata popolazione. Dell’arredo di quest’ultima vennero mantenuti i quattro altari laterali, quello maggiore, completo di tabernacolo a forma di tempietto risalente al 1678, e le statue dei santi Pietro e Paolo dentro le nicchie dell’altare maggiore attribuite a Michele Fabris detto l’Ongaro. Appartengono ancora all’antica parrocchiale l’acquasantiera in marmo rosso di Verona, il fonte battesimale e dodici tele, la più antica delle quali è la grande pala collocata sull’altare maggiore e databile alla fine del Cinquecento. La tela è divisa in tre parti che rappresentano l’esaltazione dell’eucaristia, uno dei sette sacramenti istituito da Gesù nel corso dell’ultima cena, alcuni dottori della chiesa e i quattro santi patroni di Battaglia: Giacomo, Bartolomeo, Andrea e Domenico. Le sei grandi tele addossate alle pareti del presbiterio risalgono al Seicento. A nord troviamo l’Adorazione dei magifirmata dal vicentino Carlo Ridolfi, che fu pittore e autore de Le meraviglie dell’arte, ovvero le vite degli illustri pittori veneti e dello stato, uno dei primi esempi di critica d’arte locale, l’Adorazione dei pastori, e la Glorificazione della Trinità, mentre a sud sono collocate la Natività della Vergine, Abramo visitato dagli angelie l’Annunciazione. Nel Settecento la navata si arricchì di lunette e tele ascrivibili tutte alla prima metà del secolo. Particolarmente pregevoli la tela con il Compianto sul Cristo morto (nella foto)attribuita a Francesco Zanella e Le nozze di Cana, commissionata da don Stefano Marcolini nel 1711. Il dipinto riprende la composizione, di analogo soggetto, realizzata dal Padovanino per il refettorio del convento di San Giovanni da Verdara a Padova.

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