Don Ciotti: «il rischio è che la legalità diventi un idolo o una copertura».

Il fondatore e presidente di Libera, in occasione della cerimonia di chiusura della seconda edizione del master Anticorruzione promosso dalla Facoltà di Economia dell’Università Tor Vergata, ha esortato gli stuneti a continuare a lottare contro le mafie, la corruzione, le povertà perché «il Paese ha bisogno dell’opera di cittadini responsabili».

Don Ciotti: «il rischio è che la legalità diventi un idolo o una copertura».

«Nel nostro Paese c’è una grande confusione tra giustizia e legalità». A mettere in guardia dal «rischio che la legalità diventi un idolo, una copertura» è stato don Luigi Ciotti durante la lectio magistralis che ha tenuto in occasione della cerimonia di chiusura della seconda edizione del master Anticorruzione promosso dalla Facoltà di Economia dell’Università Tor Vergata.

«Non basta parlare di educazione alla legalità - ha ricordato il fondatore e presidente di Libera - occorre insegnare il rispetto delle leggi ma soprattutto la responsabilità, l’ascolto della propria coscienza».

«L’educazione - ha rilevato - è il primo e prezioso investimento di una comunità aperta al futuro. Oltre alla scuola e alla famiglia, ogni contesto deve essere educativo, luogo in cui tutte le componenti sono chiamate a fare la propria parte».

È necessario non adattarsi alla mancanza di legalità e di giustizia, ma continuare a lottare contro le mafie, la corruzione, le povertà perché «il Paese ha bisogno dell’opera di cittadini responsabili».
«Noi - ha concluso don Ciotti - dobbiamo essere parte del cambiamento, non dobbiamo restare prigionieri della realtà, ma uscire dall’io per organizzare il "noi". La lotta alla corruzione richiede sì delle misure giuridiche, ma serve anche un grande impegno educativo e culturale».

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)