Imu e tasi: non profit a rischio stangata

A fine mese la scadenza per i pagamenti, ma le indicazioni del ministero stanno provocando il caos. Una complicatissima normativa obbliga enti e associazioni a dichiarare i beni immobili in proprietà o affitto, anche se esenti da tassazione. È rischio stangata per l’incomprensibile e impraticabile distinzione tra attività commerciale e non. Scarica il pdf con il servizio integrale.

Imu e tasi: non profit a rischio stangata

Attenzione al ghiacciolo, occhio al sacchetto di patatine, non trascurare per nulla il fatto di concedere la sala parrocchiale per qualche festa di famiglia fissando un regolamento che ne determini i costi vivi per l’utilizzo; se poi si lascia il campo di calcio agli allenamenti della formazione degli ammogliati che si stanno preparando alla sfida con gli scapoli, le precauzioni devono essere a livello di guardia; così come se si ospita nei locali del circolo parrocchiale (un Noi, ad esempio) un corso per future mamme che dovranno affrontare il parto.

Molta attenzione a tutto questo, perché l’Europa ci guarda, decisa a garantire la concorrenza leale e a combattere ogni forma di “aiuto di stato” o iniziative svolte con profitto sotto mentite spoglie. Lotta aperta dunque ai furbetti del non profit, a quanti, approfittando di luoghi di riferimento (propri, in affitto o convenzione), utilizzano tali spazi votati per definizione al sociale con la squallida motivazione e l’obiettivo finale dell’interesse materiale dell’associazione, se non addirittura personale.

Insomma, la logica della nuova normativa che sottende al prossimo pagamento di Imu e Tasi, anche da parte dei soggetti non profit (parrocchie, associazioni, società sportive e quant’altro) è quella di porre un chiaro discrimine tra ciò che è attività sociale (formativa, sportiva, sanitaria, didattica) e tutto quello che rientra invece in iniziative che determinano un guadagno. La situazione si complica quando gli spazi in questione hanno un utilizzo definibile come “misto”, vale a dire che nello stesso immobile sono ospitate sia iniziative istituzionali (proprie del soggetto), sia altre definibili appunto come commerciali. Per esempio, un oratorio, un patronato, una casa delle associazioni, in cui vi sia anche un piccolo bar (magari per soci) rientra in questa tipologia? Ma come ci si deve regolare?

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Parole chiave: ghiacciolo (1), Imu (11), Tasi (7), non profit (16)
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