Movi Veneto: con il fondo di solidarietà una ventina le persone aiutate

Intervista a Emilio Noaro, presidente del Movi Veneto e collaboratore dell'associazione Murialdo di Padova, che negli ultimi due anni hanno aiutato una ventina di persone a non perdere la speranza, grazie ai voucher lavoro al fondo straordinario di solidarietà istituito da Caritas di Padova e Rovigo, fondazione Cariparo e numerose altre realtà profit e non profit locali.
Ascolta anche l'intervista audio di Emilio Noaro.

Movi Veneto: con il fondo di solidarietà una ventina le persone aiutate

«Dentro al voucher c’è legalità, dignità, solidarietà. E questi sono segnali importanti per chi ha perso il lavoro e non vede prospettive davanti a sé. Ma le persone che ruotano intorno alle nostre strutture rischiano di essere gli ultimi degli ultimi e il voucher non risolve la situazione di disagio in cui sono incagliati».
A dirlo è Emilio Noaro, presidente del Movi Veneto e collaboratore dell’associazione Murialdo, che nell’ultima edizione del Fondo straordinario di solidarietà hanno aiutato quasi 20 persone a sperimentarsi, a riprendere fiducia in se stesse. «Stiamo accanto a chi non ha competenze lavorative e non riesce neppure a qualificarsi. Con i voucher erogati grazie al Fondo abbiamo loro permesso di realizzare lavori sociali presso altre persone in difficoltà, dalla dipintura di un muro o di una cancellata fino alla borsa della spesa consegnata a domicilio...».

Ma è veramente arduo parlare di restituire una parte di quello che hanno ricevuto, riconoscendo che è la collettività a farsi carico della loro situazione disagiata, che è giusto darsi da fare in prima persona perché questo meccanismo diventi virtuoso e continuino a esserci le risorse necessarie al bene di tutti.
«Alcuni lo comprendono, altri no – continua Noaro – Ma come dargli torto? Il lavoro è un diritto e lo rivendicano. Noi per primi del Movi e dell’associazione Murialdo cerchiamo di andarci con i piedi di piombo... Questa è gente stramotivata dalla sopravvivenza. È difficile parlare di restituzione... Dobbiamo continuare a denunciare alle istituzioni il loro stato, perché sono persone che, alla fine dell’esperienza, non riusciranno ugualmente a trovare un lavoro. Ripeto, il voucher non è una soluzione, ma è un forte gesto di solidarietà che serve a non cedere alla disperazione. La società non sa cosa fare di fronte agli indigenti, perché non sono competitivi e qualificati professionalmente per il lavoro». È questo, senza ombra di dubbio, uno dei risvolti più preoccupanti della crisi: «Il minimo vitale deve diventare un diritto, perché questa porzione di popolazione va tutelata. Un tempo trovavano impiego come uscieri e factotum nelle pubbliche amministrazioni, una scelta pubblica che permetteva loro di vivere e formarsi una famiglia. Oggi, con i tagli imposti dalla spending review, anche questo impegno collettivo è scomparso...».

http://youtu.be/ASBTXf7CxuE

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