Un osservatorio veneto in difesa delle donne violate

Mercoledì 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il centro veneto Progetti donna Auser di Padova, in occasione dei suoi 25 anni, lancia l'iniziativa "Antiviolenza 2.5": una raccolta fondi dal basso per realizzare il primo osservatorio regionale a tutela delle vittime e per diffondere la prevenzione.

Un osservatorio veneto in difesa delle donne violate

Si chiamavano Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, tre sorelle di 36, 34 e 25 anni uccise brutalmente il 25 novembre 1960 per essersi opposte alla dittatura trentennale di Rafael Trujillo nella Repubblica Dominicana. Sulla loro vicenda è stato scritto un libro nel 1995 (Il tempo delle farfalle di Julia Alvarez) e girato un film nel 2001 (In the time of butterflies, di Mariano Barroso con Salma Hayek).
Dal 1999 per volere dell’Onu si celebra in questa data la giornata internazionale della non violenza nei confronti della donna; l’Italia, anche sull’onda di molti fatti di cronaca, ha proposto diverse iniziative solo dal 2005, grazie all’attività dei centri antiviolenza presenti in diverse città. E proprio quest’anno, a Padova, il centro veneto Progetti donna Auser compie 25 anni e festeggia promuovendo l’iniziativa “Antiviolenza 2.5”. «Il crowdfunding (la raccolta fondi dal basso, ndr) è stato avviato attraverso la rete – spiega Mariangela Zanni – e l’abbiamo attivato già a settembre per finanziare la realizzazione di un vero e proprio osservatorio contro la violenza sulle donne».
L’assessore al sociale della regione Veneto Manuela Lanzarin ha ricordato i due anni dall’entrata in vigore della legge regionale di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne: «A oggi la rete veneta delle strutture attivate conta 15 centri antiviolenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello. Altri 6 centri antiviolenza sono in via di attivazione nel Padovano, nel Trevigiano e a Chioggia. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo finanziario della regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1.821 donne, ne hanno ospitate 50 (di cui 36 insieme ai loro figli) nelle case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con figli minori) attraverso le case di secondo livello». L’osservatorio contro la violenza sulle donne sarà messo a disposizione anche di altri centri o associazioni, per creare una rete di dati tra i vari centri antiviolenza e collaborare nel contrasto del fenomeno.
«I dati raccolti dovranno avere un valore scientifico ed esser organizzati secondi criteri chiari e comuni – spiega ancora Zanni – Vorremmo realizzare una fotografia del fenomeno e delle sue caratteristiche sul territorio, aiutandoci quindi ad adeguare i servizi alle esigenze delle donne e provando a intervenire sul territorio per sradicare quei comportamenti che portano in taluni casi a episodi di violenza, fare in modo che i numeri diminuiscano e sensibilizzare la cittadinanza». Sarà una start up innovativa di Padova a realizzare questo progetto dal punto di vista tecnologico: si chiama Ez lab e sta sviluppando un’applicazione informatica che permetta l’archiviazione, l’elaborazione e la trasmissione di dati via web 24 ore su 24. L’applicazione sarà multimediale, accessibile quindi da pc, tablet o smartphone e funzionerà in modalità cloud. Sarà anche open source, quindi potrà essere donata gratuitamente ad altre associazioni che volessero utilizzarla. «Si tratterà di un software specificatamente progettato secondo le esigenze del centro veneto Progetti donna e dotata di dispositivi di sicurezza che garantiranno il massimo grado di privacy sui dati delle donne che si rivolgono a noi». Tutti i riferimenti per le donazioni si trovano sul sito www.centrodonnapadova.it o presso la sede di via Tripoli 3 a Padova (tel. 049-8721277).

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