Vedremo poche volte nei prossimi decenni una tale massa di denaro gratuito o a basso costo da investire per una modernizzazione del Paese che, nelle buone intenzioni, cambierà la vita prima dell’economia. O forse non accadrà più. Non si esagera quando si parla di “occasione storica”. Poter mobilitare in pochi anni 248 miliardi di euro pubblici, stimolando la partecipazione di altro capitale privato, permette di immaginare una svolta che creerà lavoro e impresa, servizi nuovi ai cittadini, superamento degli squilibri di genere, rilancio delle nascite, ricucitura fra territori che viaggiano a diverse velocità. Nelle 500 pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), nei capitoli e le schede che lo accompagneranno c'è di tutto
Sarà anche vero che a Wall Street "hanno quotato il nulla certificato dal nulla” (commento dell'ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti). Eppure investitori grandi e piccoli stanno comprando azioni allineandosi a una ipervalutazione di Coinbase che ha premiato gli azionisti già esistenti. La piattaforma di negoziazione dove si scambiano i Bitcoin e altre decine di cosiddette criptovalute vale, almeno secondo i prezzi raggiunti al Nasdaq di New York , poco meno di 100 miliardi di dollari. Vale a dire la metà dei soldi assegnati all'Italia per il Recovery Fund. Coinbase presenta molte caratteristiche delle “valute” che vi vengono quotate, sono le criptovalute (non stampate fisicamente, frutto di algoritmi, non hanno regolamentazione e non sono garantite da riserve in oro anche se in ogni pubblicità vengono sempre accomunate al metallo giallo), un termine già ambiguo
Dovremmo sempre chiederci quanto un nostro vantaggio, di comodità o di prezzo, venga pagato da altri con lavori pesanti e retribuzioni ridicole. O con un vero e proprio sfruttamento come accade spesso per adulti e bambini. Che si tratti di pomodori, pizza, palloni, costruzioni, riparazioni e lavaggio di abiti, in più settori si annidano illegalità e mancate tutele. La grande diffusione dell'eCommerce ha creato un'inedita alleanza, ed è forse la principale novità di questi anni, fra i proprietari delle grandi piattaforme attive su Internet e i consumatori. Guadagna chi offre il catalogo di prodotti e servizi disponibili, ne supporta la scelta, l’ordine e il pagamento. Guadagna il consumatore, felice di ricevere sul pianerottolo il prodotto scelto, in tempi rapidi, con la possibilità di sostituire un capo guasto. Ora però i sindacati italiani hanno reso pubbliche le vere condizioni di lavoro nei grandi magazzini e sui camioncini.
Al di là di un caso che si esaurirà in pochi giorni, resta una visione della Borsa che non seleziona il meglio, non guarda ai valori economici fondamentali di una società, non aiuta a far crescere l'occupazione, illude decine di migliaia di ragazzi che è possibile diventare milionari senza fatica, spesso senza conoscenza dei meccanismi dell'economia, dove i primi che arrivano fregano quelli che arriveranno dopo anche se amici sui social. È accaduto negli Stati Uniti dove milioni di americani si dilettano a giocare con il fai-da-te in Borsa. L'Europa non è al riparo. È il lato peggiore della finanza e una Borsa così, senza regole, non serve all'economia
Non sarà facile raccordare la medicina di ripristino dai danni Covid con il carburante degli stimoli per l’intero decennio, cogliendo a pieno il maxi investimento europeo della Next Generation Ue. Che proposta economica uscirà dalle idee italiane vagliate poi dalla Ue? Proviamo a percorrere qualche traccia sebbene declinabile poi in modo diverso: i grandi capitoli sono – ha detto il Governo - innovazione, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, infrastrutture, coesione sociale e territoriale. Nel lavoro preparatorio sono state indicate cifre (4,5 miliardi, ad esempio, per l'occupazione femminile e una miglior conciliazione vita-lavoro) che verranno probabilmente modificate nel confronto delle prossime settimane. Dentro ci può stare tutto ma almeno a febbraio le scelte dovranno essere fatte: indicate nero su bianco con i relativi tempi di realizzazione
Sembra che introdurre una tassazione patrimoniale faccia paura. Fa paura ai super agiati, fa paura ai Governi che la devono proporre, fa paura ai partiti che la devono approvare. Fa paura neanche a dirlo a chi la dovrebbe pagare ma anche a chi è ben lontano dai possessi milionari. Spaventa perché non è mai chiara e, in genere, si ferma prima di entrare nel merito. Con delle ambiguità di fondo perché viene scambiata con il prelievo forzoso sui conti correnti, come avvenne con il sei per mille del luglio 1992
Come accade ogni anno molte categorie hanno definito inadeguati gli stanziamenti previsti. Imprese e sindacati lamentano l’assenza di un progetto espansivo per l’economia. Si profila anche qualche sciopero. Dei 38 miliardi di interventi previsti (ma ne serviranno altri di scostamento vista la caduta economica di questi mesi) alla sanità ne arriveranno almeno 6, per il rafforzamento delle strutture e del personale e per l’acquisto di vaccini (400 milioni). Altri 2 miliardi andranno al Fondo per la ristrutturazione dell’edilizia sanitaria e case di riposo, per ricostituire parte di quel tessuto di base che è andato distrutto e che invece ha fatto la differenza nel contenimento del contagio.
Comprendendo sanità, scuola, sostegni alle imprese e altri settori lo scostamento di bilancio sarà di 22 miliardi che non sono pochi. Toccherà al Parlamento approvare le misure proposte dal Governo e sottoposte alla Ue che le esaminerà e le rimanderà per l’approvazione definitiva entro dicembre. Non ci saranno prevedibilmente grandi contestazioni. I debiti nazionali si gonfiando ovunque per gestire l’oggi. Prima o poi dovranno ridursi per ripagare l’Unione europea, gli istituti sovranazionali e i grandi investitori istituzionali che hanno messo a disposizione una liquidità impressionante. Per alcuni Paesi rientrare dall’indebitamento straordinario sarà gestibile, altri faranno più fatica
In questi mesi di blocco, l’uso abbondante della Cassa integrazione e l’utilizzo limitato dei licenziamenti, hanno frenato le dinamiche naturali del mercato del lavoro. Sono calati a fine giugno soprattutto i lavoratori a termine e gli indipendenti, tiene l’occupazione a tempo indeterminato, resta impressionante il numero degli inattivi e fra questi i giovani. Nel nuovo anno - in assenza di un'accelerazione forte dell'economia - anche i lavoratori meglio protetti rischieranno di più