Le Dimesse aprono le porte dell’antico collegio

S’inaugura il 13 febbraio il percorso espositivo “Accoglienza e formazione”. La congregazione delle Figlie di Maria Immacolata mostra ambienti, opere d’arte, fotografie e documenti che narrano una storia secolare che si intreccia strettamente con quella della città.

Le Dimesse aprono le porte dell’antico collegio

L’antico collegio delle Dimesse di Padova narra la sua storia secolare alla città e all’intera diocesi, aprendo le porte di via Dimesse 25 con un percorso espositivo itinerante dal titolo “Accoglienza e formazione”, che svela ambienti, opere d’arte, fotografie, documenti storici e oggetti della casa madre fondata 400 anni fa (era il 21 maggio 1615) da madre Maria Alberghetti (1578-1664), grazie alla donazione della casa in “contrada Vanzo” della nobile vicentina Morosina Bollani che ne dispose il lascito alla “compagnia” delle Dimesse nel proprio testamento del 1614.
La mostra, che è curata dal direttore del museo diocesano di Padova Andrea Nante e che viene inaugurata sabato 13 febbraio alle 10.30, si snoda dall’attuale ingresso (che coincide con l’antico corpo della villa), dove venne posto il primo refettorio delle consorelle e che fu maestosamente decorato da Andrea Urbani nel Settecento: «Ad accogliere i visitatori – spiega suor Donata Corrà, che ha recuperato e catalogato tutto il materiale espositivo – è il dipinto di Rina Maruta Bambina con colomba, simbolo dell’accoglienza e dell’ubbidienza insite nel nostro carisma. Poi si passa al salottino rosa, l’ex cappella del Crocifisso, dove si possono ammirare tre quadri relativi alla vita di Abramo, poi al teatro vecchio, oggi sala d’attesa della scuola primaria con l’albero genealogico della congregazione fondata dal beato Antonio Pagani nel 1579».
Il percorso, che viene illustrato di volta in volta da alcune sagome o dai dipinti dei protagonisti di questa lunga storia di pedagogia, istruzione, spiritualità e cultura nel territorio padovano e non solo, prosegue al primo piano del convento lungo una parte del corridoio settecentesco, dove si affacciano le stanze private delle suore, e scendendo lo scalone di marmo bianco approda nell’ampio e luminoso giardino che custodisce la Colombara, la torretta cinquecentesca.
Una volta rientrati, i visitatori possono assistere alla visione di un documentario multimediale che espone l’evoluzione storica dell’edificio negli ultimi quattro secoli.
Poi dipinti, oggetti, reliquie e ritratti del beato Antonio Pagani, che nel 1579 fondò la compagnia delle Dimesse, e di Maria Alberghetti completano la visita che si conclude con la tela Quo vadis? dei primi del Novecento, realizzata dalla benefattrice Rina Maluta e posta a chiusura della mostra come ulteriore stimolo alle riflessioni innescate dalla proposta culturale e spirituale.
Durante la visita c’è la possibilità anche di ammirare la chiesa ricostruita dopo il bombardamento dell’8 febbraio 1944 e dove, il 21 maggio 2016, il vescovo Claudio chiuderà l’anno centenario insieme alle Dimesse, ai loro 500 alunni (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado) e alle famiglie.
«La selezione dei documenti e delle opere – continua suor Donata Corrà – è stata molto complessa perché la storia della congregazione non ha conosciuto interruzioni, neppure durante l’epoca napoleonica. Il nostro fu uno dei pochissimi istituti religiosi a non essere soppresso nel 1810 e poté continuare la propria opera educativa nel territorio». Tra le curiosità che l’esposizione racchiude ci sono le piccole postille e i disegni originali autografi di suor Maria Alberghetti nei suoi 46 libri manoscritti custoditi ancor oggi nella casa madre padovana: «Era una donna molto rigorosa nello studio come nella vita spirituale, ma questi disegni rivelano anche l’animo dolce e attento alle persone che aveva».
Serenità e bellezza è quanto si augurano le Dimesse che ognuno porti con sé dopo la visita: «La casa madre è sempre stata centro di educazione, formazione, spiritualità e cultura – racconta suor Marilena Bazza, responsabile della comunità religiosa padovana – Nel Settecento perfino il musicista Antonio Tartini, che abitava nei dintorni, veniva a suonare qui il suo violino. Per noi resta prioritaria la conoscenza di sé, di Cristo, degli altri come fonte di spiritualità. Oggi gli uomini sono frammentati, divisi: noi continuiamo nella nostra opera educativa perché la bellezza in sé educa e riunisce le persone».

Orari e modalità di visita

Proprio perché la mostra “Accoglienza e formazione” è un evento eccezionale che apre spazi solitamente non visitabili e riservati di una scuola in attività, anche le modalità di visita sono particolari.
I visitatori vengono accompagnati lungo tutto il percorso da alcune consorelle che raccontano la storia dei predecessori e illustrano via via le varie sezioni del percorso.
Pertanto l’esposizione, che resterà aperta fino al 29 maggio 2016, sarà visitabile a ingresso libero – su prenotazione – per gruppi (massimo 25 persone) sempre accompagnati da una guida, tutti i venerdì dalle ore 17 alle ore 19; tutti i sabati dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 18; le domeniche dalle ore 16 alle 18. La mostra rimarrà chiusa al pubblico nei giorni del triduo pasquale e a Pasqua. Prenotazioni: 049-8455111.

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Parole chiave: dimesse (9), suore (40), vita consacrata (20)