Tra Siria e Turchia, tra gli ultimi degli ultimi

Il comitato Support syrian children, nato a Bergamo nel 2014, è attivo anche a Padova da qualche mese. Ohe organizza eventi di sensibilizzazione e raccolte fondi nelle parrocchie, riscontrando sensibilità e generosità da parte di italiani ma anche siriani immigrati nei confronti delle famiglie che vivono nei campi profughi non gestiti dai governi e dalle grandi ong.

Tra Siria e Turchia, tra gli ultimi degli ultimi

I bambini scampati alla morte e ora nei campi profughi al confine tra Siria e Turchia possono contare su quindici volontari del Nord Italia, soprattutto lombardi, legati dalla volontà impellente di rimboccarsi le maniche per loro e le famiglie in fuga dalla guerra.
Questi “cooperanti” formano il Support syrian children che ha un’anima anche in Veneto: Anna Maria Baccan è attualmente la rappresentante del comitato nato a Bergamo nel 2014 per aiutare i profughi dei campi non strutturati nei pressi di Adana in Turchia al confine con la Siria.

Nel Padovano il comitato ha iniziato a muovere i primi passi dallo scorso anno realizzando alcuni eventi di solidarietà nelle parrocchie e i primi risultati delle raccolte fondi sono stati più che incoraggianti, come durante la scorsa quaresima, con la vendita di saponi di Aleppo sul sagrato della chiesa della Madonna Incoronata.
In un solo fine settimana sono stati raggiunti oltre 1.600 euro che, dopo qualche settimana, sono stati consegnati al campo di Adana sotto forma di un centinaio di pacchi alimentari.
«In Turchia siamo ormai organizzati con fornitori locali nell’ottica dell’abbattimento dei costi. Anche quando non scendiamo noi del comitato, ogni mese organizziamo una distribuzione alle famiglie più povere in ordine di bisogno grazie all’aiuto del papà di Mohammed, un bambino che un mese fa abbiamo portato con noi in Italia perché riceva cure adeguate essendo gravemente ammalato».

Alla Santissima Trinità, a inizio aprile, Anna Maria Baccan ha organizzato in parrocchia una cena etnica con il coinvolgimento della comunità siriana dell’Arcella.
«Hanno partecipato 280 persone e la serata è stata addirittura commovente, grazie alle testimonianze dei siriani che hanno voluto unirsi all’iniziativa».

Ogni due mesi, a rotazione, i volontari si pagano di tasca propria il viaggio per recarsi insieme a un medico nei campi spontanei non seguiti da altre ong.
«Una volta atterrati acquistiamo derrate alimentari e prodotti di prima necessità, come medicine e coperte, in città, in modo da risparmiare sulle spese di imbarco aereo, ma anche perché lì tutto è più conveniente. Le uniche cose che mettiamo in extrabagaglio sono il latte in polvere e i giubottini imbottiti per i bambini che non riusciamo a trovare in Turchia. I medici che ci accompagnano di volta in volta sono anch’essi volontari e ci aiutano nella distribuzione dei farmaci. Tutte le missioni sono rendicontate con fotografie e descrizioni che mandiamo ai nostri sostenitori».
Durante l’estate il comitato svolge interventi contro la leishmaniosi, che a causa dei parassiti crea echimosi cutanee che, se non curate, si addentrano nell’organismo compromettendo gli organi interni.

Questi quindici volontari hanno scelto di stare tra gli ultimi degli ultimi, soprattutto i curdi che non rientrano all’interno dei programmi umanitari dell’Onu che preferisce non spazientire il governo turco, che li vede come fumo negli occhi, il peggio del peggio.
«I campi non attrezzati, che ospitano circa 400 persone – conclude Anna Maria Baccan – sorgono in mezzo alla campagna dove si può lavorare come braccianti. Le prime volte che li visitavamo rimanevamo esterrefatti perché la gente dormiva e si riparava sotto teli di plastica. Riuscendo poi a entrare in contatto con l’Iom (Organizzazione internazionale per le migrazioni, ndr) siamo riusciti a portare tende più strutturate. Gli assembramenti rappresentano un primo approdo illegale oltre il confine siriano: lì c’è un forte ricambio, perché molti vanno e vengono nella speranza che la guerra finisca per poter riprendere possesso della propria casa».

Per informazioni e sostenere gli aiuti diretti ai campi profughi: Anna Maria Baccan (320-7918818) oppure supportsyrianchildren.org

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