Il mondo fantastico della campagna veneta rivive nelle opere di Vittorio Riondato

L’artista originario di Borgoricco presenta il 28 luglio i suoi personaggi fantastici nella festa per il restauro della chiesa di Sant’Anna a San Michele delle Badesse. Davanti a un olmo ripiantato e a una pompa-fontana che non butta più… ma che sa ancora accendere la fantasia.

Il mondo fantastico della campagna veneta rivive nelle opere di Vittorio Riondato

Sarà, come sempre, una presentazione spettacolo quella che Vittorio Riondato offrirà martedì 28 luglio nell’ambito della festa per il restauro della chiesetta di Sant’Anna a San Michele delle Badesse
Il comitato organizzatore della contrada Olmo-Sant’Anna aprirà la giornata alle 8.30 con la messa.
Riondato, originario di Borgoricco, allestirà tra gli alberi e le aiuole del giardino una piccola mostra su “Le maschere del Graticolato Romano” e, dopo il pranzo, presenterà il libro Scolta che te conto. Il mondo fantastico di valle Averto, uscito a cura della Federazione dei comuni del Camposampierese e finanziato dal Programma di sviluppo rurale per il Veneto.

In esso l’artista del cuoio (ma non solo), innamorato delle fiabe e delle leggende popolari, racconta i personaggi del suo immaginario fantastico come gli sono stati tramandati dalle “grandi donne” della sua infanzia: nonna Amalia, lo spirito guida che ogni tanto lo viene ancora a trovare nel corpo e nelle ali di una farfalla Vanessa, mamma Bianca, la maestra Erminia, Resi postina e madre Ceestina.
I racconti evocativi delle donne si dipanano nei luoghi stessi che li hanno generati, e che appaiono oggi profondamente stravolti: il grande olmo è morto ed è stato sostituito, ma la pompa-fontana che sorge proprio accanto alla chiesetta di Sant’Anna, dove le donne si trovavano ad attingere l’acqua e a fare quatro ciacole «no la buta più, no ea ga pì acua. I omani i gà preferio ee botiglie de plastica; e xe pì pratiche...».
E pensare che, come racconta Riondato nella sua magmatica rievocazione, in cui intercala in modo inestricabile lingua e dialetto, la fonte aveva dissetato, durante la grande guerra, soldati italiani, francesi, scozzesi, inglesi, americani e perfino il re soldato «co la spada che ea strisava par tera». Poi nella seconda sono arrivati pure i tedeschi, i russi, i partigiani e le brigate nere, i ladri e perfino i morosi: e l’acqua ha continuato a scorrere per tutti, senza dimenticare, finché non è stata fermata dall’incuria e dall’indifferenza della modernità che ha cancellato anche il ricordo della sacralità dell’acqua.

Accanto alle donne, principali custodi della memoria infantile, ci sono anche alcuni uomini che almeno fino a un certo punto hanno saputo calare la fantasia ancestrale nella modernità, come nonno Luigi che portava i ragazzi lungo l’Ostiglia e suggeriva loro di accostare un orecchio ai binari, come gli indiani, «par vedare e sentire el Treno che no pasa mai!».
I personaggi evocati da Riondato sono quelli consueti del folclore veneto, che tante volte ha effigiato nelle sue maschere e perfino interpretato in un’immedesimazione che fonde e confonde cantastorie e storie cantate: el Vecio Fredo, detto anche Nonno Gelo, la Fata Primavera e il Vento Vissineo, el Martoreo, le Anguane, le Fade che s-ciafesa l’acqua. la Marantega, il Salvaneo, l’Orco, il Basilisco, la Gata Maura, il Mago del tempo e della pioggia, il Bausetteteee.

La caratteristica della trattazione, personalissima, di Riondato è che da un lato sa radicare profondamente questa galleria di personaggi nella realtà naturale e sociale del Camposampierese “de na volta”, dall’altro non rinuncia a continui accostamenti e contaminazioni con il folclore europeo e perfino mondiale.
Perché alcune figure, o almeno alcune caratteristiche che queste figure vanno assumendo, ricorrono nella letteratura folclorica universale facendo pensare a un sostrato mitico condiviso oppure, perché no, perfino a un archetipo universale comune a cui attingono i protagonisti delle nostre storie.
Una potenza arcaica a cui sarà forse possibile attingere per “salvare il mondo” dalla sistematica distruzione della bellezza.

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