Le spoglie di padre Leopoldo tornano al santuario di Santa Croce

Al rientro delle spoglie del santo, giovedì 17 febbraio, una lunga processione si snoderà dalla basilica di Sant’Antonio fino al santuario di Santa Croce. Alle 21, il vescovo Claudio aprirà l’ultima porta santa padovana e prenderà vita una veglia dedicata ai giovani. 

Le spoglie di padre Leopoldo tornano al santuario di Santa Croce

Mercoledì 17 febbraio alle 21 si apre l’ultima porta della misericordia in diocesi, quella del santuario di San Leopoldo Mandic, in piazzale Santa Croce a Padova. L’apertura coincide con il rientro a casa dell’urna con le spoglie del santo, esposte per la venerazione dei fedeli per la volontà di papa Francesco dal 6 all’11 febbraio in basilica di San Pietro a Roma.

Il corpo di san Leopoldo dall’11 al 14 febbraio ha fatto una sosta nella basilica di Loreto e fino alla prima mattinata del 16 nella chiesa di San Giuseppe sposo dei frati cappuccini a Bologna. Da qui alle 11 della mattina arriverà a Padova per essere collocato nella cappella di San Giacomo, in basilica del Santo per la venerazione dei fedeli. Alle 21 si terrà una veglia di preghiera con ricordi e testimonianze dei rapporti tra san Leopoldo e i frati del Santo. Mercoledì 17, dopo la celebrazione dell’ora nona in basilica, alle 15, si formerà un processione che accompagnerà le spoglie di san Leopoldo al suo santuario, lungo un tragitto per via Belludi, Prato della valle, via Cavalletto, via Cadorna, via Vanzo. L’urna farà anche una breve sosta nella chiesa delle suore clarisse di via Cavalletto. Le reliquie saranno quindi collocate davanti all’altare principale del santuario dei cappuccini, dove resteranno per qualche giorno. Verranno quindi spostate in un altro spazio all’interno del santuario fino alla fine del giubileo della misericordia, il 13 novembre. Alle 21 il vescovo Claudio aprirà la porta della misericordia e prenderà vita una veglia di preghiera attorno alle reliquie del santo, cui sono invitati in particolare i giovani.

«Avanza con l’età – spiega padre Flaviano Gusella, rettore del santuario – chi ha conosciuto san Leopoldo, direttamente o per testimonianza di un parente prossimo. È quindi importante presentarlo alle giovani generazioni di oggi e raccontarlo nel suo duplice carisma dell’essere eroico ministro della riconciliazione e profeta dell’ecumenismo spirituale». Ma i viaggi di san Leopoldo non si concludono con l’uscita a Roma. «Altro evento straordinario – rivela padre Gusella – è il viaggio che l’urna con il corpo del santo farà prima a Zagabria e poi anche a Lubiana, capitale della Slovenia, dove raggiungerà la chiesa dei cappuccini. Tutto questo si verificherà dal 13 al 18 aprile prossimi. Sarà la prima volta che padre Leopoldo torna a casa: da morto, ma santo!». Nell’occasione si terrà anche una solenne celebrazione eucaristica presieduta da tutti i vescovi della Croazia. Altro tempo importante sarà la novena e poi la festa di san Leopoldo, dal 3 al 12 maggio. «Quest’anno ricorrono i 150 anni della sua nascita, avvenuta nel 1866 in Montenegro. Ecco allora la proposta che abbiamo fatto a tutti i vescovi del Triveneto di far conoscere la figura di questo straordinario santo. San Leopoldo era chiamato sempre a Paderno del Grappa come confessore dei vescovi. Possiamo quindi dire in una battuta che c’è una sorta di debito di riconoscenza nei confronti di questo padre cappuccino da parte dei presuli del Triveneto!».

Nei nove giorni della novena a maggio, presenzierà la celebrazione eucaristica un vescovo a turno e il 12 maggio sarà la volta dell’arcivescovo di Zagabria. Come detto, l’urna con le spoglie di san Leopoldo resterà esposta in santuario fino alla chiusura del giubileo, il 13 novembre. «Non si tratta di un’ostensione permanente. Il santo corpo poi tornerà nella propria tomba. Al chiuso». Di certo la città, e si spera l’intero Triveneto, non dimenticherà la figura di san Leopoldo.

In questo saranno d’aiuto anche alcuni strumenti di “comunicazione” che si stanno apprestando: un documentario a cura di Stefano Balbo; una mostra fotografica nei luoghi del santo che racconterà con immagini non solo il periodo stoico ma anche le vite che san Leopoldo ha potuto toccare; l’edizione critica completa degli scritti di san Leopoldo; e il film Come un’ombra sulla terra con la regia di Antonio Belluco. «Il film affronterà gli anni dal 1915 al 1930 – spiega il regista – e presenterà Padova durante la prima guerra mondiale. Sarà proprio la città a raccontare la storia di questo straordinario personaggio dall’infinita umiltà che è stato san Leopoldo Mandic. Colui che ha saputo sollevare gli animi in questi momenti di dramma umano».

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