“Prima i veneti” Anche sulla pelle dei bambini dell'asilo

Il cavallo di battaglia delle vittorie elettorali di Luca Zaia, «Prima i veneti», da qualche giorno ha una nuova declinazione per quanto concerne le graduatorie di accesso agli asili nido. Una modifica normativa che fa discutere e che ha trovato forte contrarietà nelle opposizioni e in parte della società civile veneta. Il Consiglio regionale ha infatti approvato una proposta di legge che assegna la priorità negli asili nido comunali ai bambini figli di residenti in Veneto da almeno 15 anni. 

“Prima i veneti” Anche sulla pelle dei bambini dell'asilo

Dal punto di vista legislativo si tratta di una modifica alla legge regionale sulla disciplina per i servizi educativi alla prima infanzia, la legge regionale 32 del 1990.
D’ora in poi avranno la precedenza per l’ammissione al nido i bambini disabili, ma anche «i figli di genitori residenti in Veneto ininterrottamente da almeno quindici anni o che prestino attività lavorativa in Veneto ininterrottamente da almeno quindici anni». 

I consiglieri “tosiani” Giovanna Negro, Maurizio Conte, Andrea Bassi e Stefano Casali sono stati i principali promotori della modifica legislativa.
«La ratio della proposta di legge è quella di differenziare i soggetti non già al momento della presentazione della domanda per l’accesso ai servizi di nido – spiega la relatrice Giovanna Negro – bensì nella formazione delle relative graduatorie in ragione della limitatezza dei posti disponibili. Riteniamo si debbano privilegiare quei cittadini che dimostrano di avere un serio legame con il territorio della nostra Regione». 

La modifica normativa che colpisce un diritto a “forte sensibilità” costituzionale potrebbe, anche nel breve periodo, essere oggetto tuttavia di ricorsi di natura costituzionale.
Dure le reazioni dell’opposizione Pd: per il democratico Claudio Sinigaglia, si tratta di una un’altra legge “leghissima e fortemente ideologica”, “i bambini stranieri sono appena il 9% di quelli presenti negli asili veneti e l’impugnazione da parte del governo è quasi scontata perché si crea una disparità di trattamento”.

Pietro Dalla Libera, capogruppo di Veneto Civico, segue la linea della consigliera Negro: «Se in un asilo nido c’è posto per tutti, non sussiste il problema, ma se i posti sono limitati, al di là delle riserve che giustamente vengono garantite ai bambini diversamente abili, non è ragionevole che restino fuori dalla graduatoria proprio i figli di coloro che hanno sempre vissuto qui, nel Veneto, per lasciare il posto a chi è arrivato all’ultimo». 

Nel territorio regionale la “questione asili nido” è davvero rilevante: la copertura di quelli comunali arriva solo al 10%, con circa un centinaio di strutture e 4 mila posti disponibili. Oltre il 20% dei bambini resta in lista d’attesa, e nel 2016 sono stati ridotti anche i finanziamenti regionali agli istituti paritari per l’infanzia.

«Riteniamo che si debbano privilegiare quei cittadini che dimostrino di avere un serio legame con il territorio della nostra Regione», ha affermato Giovanna Negro in commissione Sanità.
La consigliera Negro ha assicurato che l’iniziativa si applicherà soltanto ai nidi comunali e non a quelli paritari parrocchiali.

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