25 febbraio, si conclude il Sinodo diocesano. Pronti per un nuovo viaggio

I due mesi trascorsi dall’ultima sessione plenaria dell’Assemblea del Sinodo diocesano di Padova sono letteralmente volati.

25 febbraio, si conclude il Sinodo diocesano. Pronti per un nuovo viaggio

Due mesi caratterizzati dal Natale e dalle altre festività di fine e inizio anno e dalla visita ad limina Petri che ha visto mons. Claudio Cipolla presso la Santa Sede con tutti gli altri vescovi del Triveneto per una settimana culminata con l’incontro con papa Francesco dell’8 febbraio. Sono stati tuttavia anche due mesi di intenso lavoro – scrittura, revisione, rilettura – della lettera post-sinodale che lo stesso vescovo Claudio consegna alla Diocesi nella celebrazione conclusiva del Sinodo, in programma questa domenica alle 16 all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio. Ricominciamo da Cana è il titolo scelto per il documento che ricapitola tutto quanto si è pregato, vissuto e riflettuto fin dall’indizione, il 16 maggio 2021, con il coinvolgimento di oltre 10 mila persone tra i componenti della Commissione preparatoria, della Segreteria prima e della Presidenza poi, i 353 membri dell’Assemblea sinodale e soprattutto i laici, religiosi e presbiteri che hanno dato vita agli Spazi di dialogo e ai Gruppi di discernimento sinodale nel territorio rispettivamente nell’autunno 2021 e da ottobre a dicembre 2022. Un documento che traccia ora un orizzonte comune per una Chiesa ampia e diversificata che si è chiesta quale volto darsi per ridare vita a un dialogo proficuo con il contesto multiculturale nella quale è immersa oggi.

Vescovo Claudio, siamo arrivati alla conclusione di un cammino che ha caratterizzato negli ultimi tre anni la vita della Chiesa di Padova. Quali sono i punti salienti rileggendo oggi questa esperienza? «Oggi appare evidente come ci inseriamo in un’esperienza ben più lunga, promossa con tanta determinazione dai vescovi e dai preti padovani nei decenni, con il coinvolgimento dei laici, con il contributo dell’Ac e delle altre aggregazioni. È tutto questo che ha reso possibile il cammino che abbiamo appena percorso. Oggi, il Sinodo può consentirci di dare vita a un ordine nuovo, condiviso e pensato con le oltre 10 mila persone coinvolte e i 353 membri dell’Assemblea, a scelte e intuizioni che già prima c’erano. Ci confermiamo dunque in quel percorso che già il Concilio Vaticano II ci aveva suggerito e che oggi sistematizziamo in modo diverso grazie tutto quanto abbiamo compreso in questi anni»

Il 17 dicembre l’Assemblea sinodale le ha affidato tutto i lavoro realizzato. Oggi è prerogativa del vescovo indicare un orizzonte – o più orizzonti – per la Chiesa di Padova.  Come ha vissuto questa responsabilità? «Una responsabilità che assumo in obbedienza. Sono convinto che alla fine del cammino ci troviamo a un punto che richiede una parola ultima, non unica, per raccogliere le tante suggestioni emerse. Noi come Chiesa – il vescovo, con i suoi vicari, i preti e i laici – stiamo andando in un’unica direzione, anche se con tempi e modi diversi. L’orizzonte tuttavia è uno e si è condensato nel tempo raccogliendo le sensibilità e le idee di tanti di noi che insieme formiamo la Chiesa di Padova. Non si tratta quindi di una visione personale, ma di una sintesi che compio sapendo che dietro di me c’è una comunità ecclesiale molto ampia e con sensibilità diverse che sono rispettate dentro l’orizzonte comune».

I temi su cui l’Assemblea sinodale si è ritrovata a convergere sono ormai noti: i ministeri battesimali, i piccoli gruppi della Parola e la riorganizzazione territoriale della Chiesa di Padova. C’è qualche altro “ingrediente” importante che ha voluto indicare nella sua lettera? «Tutto il cammino del Sinodo è stato caratterizzato da differenti poli di pensiero e da sensibilità. Scrivendo la lettera avevo ben presente queste dinamiche, che non sono opposizioni, ma tensioni necessarie, perché ci mantengono in uno stile di confronto e di dialogo. Oggi percepisco chiaramente l’importanza che tutto quanto contenuto nel testo che abbiamo tra le mani sia accolto in un contesto di comunione, nella volontà di essere insieme come Chiesa, anche rispettandoci nelle nostre diversità. Il mio desiderio è che le comunità cristiane siano attivamente coinvolte nei processi di attuazione e che lo stile vissuto in questi due anni diventi anche l’atteggiamento attraverso il quale le nostre parrocchie prendono le loro decisioni nella quotidianità, per seguire nel tempo presente la volontà di Dio».

Nella convocazione ai membri dell’Assemblea sinodale per la celebrazione conclusiva del 25 febbraio all’Opsa, ha parlato di un «nuovo viaggio entusiasmante che ci attende». Come se lo immagina? «Il viaggio che ci attende sarà entusiasmante se intravediamo insieme l’orizzonte verso il quale siamo diretti. Incontreremo delle difficoltà, certo, per questo oltre all’entusiasmo serve la forza e la volontà di essere insieme in questo cammino. Abbiamo bisogno di comunità che si facciano carico di annunciare il Vangelo con le loro vite più che con le parole, facendosi anche sorprendere da intuizioni improvvise, provate dall’esperienza. Si tratta di dare vita a un nuovo volto della nostra Chiesa: quello di prima ha portato i suoi frutti e ora deve rinnovarsi, anche nel suo modo di presentarsi. Il contenuto non cambia, il Vangelo è sempre lo stesso, si tratta di annunciarlo con fedeltà in un mondo sempre più scientifico e tecnologico, in cui muta il modo di intendere la vita e le relazioni stesse.

Dopo il 25 febbraio incontrerà i membri degli organismi di comunione, e non solo, per affidare loro la lettera post-sinodale in otto incontri sul territorio. Quale messaggio consegnerà loro? «Chiederò anzitutto a tutti di unire i nostri cuori, le nostre forze e intelligenze per obbedire al Vangelo in questo nuovo contesto sociale. In secondo luogo, condividerò il mio desiderio di vedere comunità sempre più solidali le une con le altre, capaci di essere credibili nei confronti dei giovani e di trovare spazi di incontro anche tra parrocchie di diversi territori. Infine c’è tutto il tema del dialogo con il territorio e le esperienze sociali: la storia della nostra Chiesa racconta la grande sensibilità dei padovani per chi è messo in disparte, chi vive il disagio e la povertà. Opere come le Cucine popolari, l’Opsa, il Cuamm, e molte altre confermano che i fragili sono preziosi. Oggi tuttavia ci sono forme di fragilità emergenti, sensibilità che un tempo non erano percepite su cui abbiamo un contributo prezioso da offrire e anche molto da imparare: penso al ruolo della donna e a tutta una serie di problemi etici e morali su cui ci dobbiamo confrontare. Se uniti nel Vangelo e tra di noi possiamo collaborare con altri in nome del bene».

Il Sinodo in diretta tv e nelle pagine de La Difesa del popolo

Domenica 25 febbraio alle 16 è possibile partecipare alla celebrazione conclusiva del Sinodo diocesano della Chiesa di Padova nella chiesa dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola. Ma è possibile anche assistere da remoto alla messa in cui il vescovo Claudio consegna alla Diocesi la sua lettera post-sinodale. La diretta della celebrazione viene trasmessa da Telepace al canale 76 del digitale terrestre e mandata in streaming sul canale YouTube della Diocesi di Padova. Nel numero del 3 marzo, il nostro settimanale racconterà in parole e immagini l’atto conclusivo per poi approfondire i temi del documento redatto dal vescovo Claudio in una rubrica specifica che uscirà dal mese di marzo fino a giugno, accompagnando quindi il rinnovo degli organismi di comunione delle parrocchie della nostra Diocesi.

La lettera, un testo di 96 pagine con sei allegati
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Con la lettera post-sinodale del vescovo Claudio intitolata Ripartiamo da Cana, viene resa pubblica una serie di scelte compiute sulla scorta del cammino pluriennale compiuto dalla Diocesi, non solo dall’indizione del Sinodo nel 2021. La riflessione di mons. Cipolla si sviluppa nelle prime quaranta pagine del documento, in una serie di paragrafi che riprende la storia recente della Diocesi di Padova e ricapitola il compito del vescovo all’interno della dinamica sinodale. Quindi si apre la parte dedicata agli allegati, a partire dallo Strumento di lavoro 2 del Sinodo e dai testi integrali delle tre proposte come votate all’Assemblea nelle plenarie tra aprile e dicembre 2023. Infine, vengono allegati anche i testi su “Famiglie in collaborazione pastorale”, “Percorso Simbolo” per i giovani, “Le fraternità presbiterali” e le “Bozze delle Collaborazioni Pastorali e dei vicariati”.

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I membri dell’Assemblea sinodale di cui 212 laici, 124 tra presbiteri e diaconi, 6 consacrati e 11 consacrate. 232 gli uomini, e 122 le donne

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Le sessioni plenarie a cui i membri dell’Assemblea hanno partecipato da aprile a dicembre 2023 nell’aula sinodale allestita nella chiesa del Seminario di Padova. Le prime sei sessioni si sono composte di due appuntamenti ciascuna (totale 13 incontri).

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I partecipanti ai Gruppi di discernimento sinodale nell’autunno 2022, nel 60 per cento dei casi donne. 1.303 i moderatori, esattamente come i gruppi iscritti, per il 55 per cento donne. 636 di questi gruppi sono nati in parrocchia, 364 sono nati per via informale, 140 i gruppi per ambito, cioè composti da colleghi o da persone che condividono un’esperienza significativa.

Otto incontri per ripartire insieme
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Ecco l’elenco degli appuntamenti con il vescovo

«È evidente che stiamo attraversando un periodo di grandi cambiamenti e di profonde trasformazioni nella società e anche nella Chiesa. Nutro la speranza che le scelte che andremo a compiere ci aiuteranno ad anticipare le sfide e ad affrontarle con maggiore serenità». Così scriveva il vescovo ai Consigli pastorali e ai Consigli parrocchiali per la gestione economica il 23 gennaio scorso dando il via al percorso di rinnovamento e invitando tutti a uno degli otto incontri sul territorio in cui lo stesso mons. Cipolla consegnerà la lettera post-sinodale e spiegherà le importanti scelte in essa contenute. Ecco il calendario degli appuntamenti: lunedì 4 marzo alle 20.45 nella chiesa del Crocifisso (Padova); martedì 5 alla stessa ora nel Duomo di Monselice; mercoledì 6, sempre alle 20.45, al cinema Marconi di Piove di Sacco; giovedì 7 alle 21 nel Duomo di Santa Tecla a Este; martedì 12 marzo alle 20.45 al cinema Aurora di Campodarsego; mercoledì 13 alle 20.30 nel Duomo di Thiene; il 14 alle 20.30 nella chiesa di Fellette. Infine, sabato 16 marzo alle 9.30 all’Opsa di Sarmeola di Rubano.

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