Sanità veneta, riappare la riforma. Nove Ulss e molti poteri all’Azienda zero

Azienda zero e nuove Ulss, la riforma della sanità veneta torna in primo piano nell’agenda di palazzo Ferro Fini grazie al nuovo maxiemendamento sostitutivo presentato dalla maggioranza martedì scorso. Il provvedimento, su cui inizierà la discussione la prossima settimana, secondo il presidente di commissione Fabrizio Boron (Lega), potrebbe approdare in consiglio già prima dell’estate. Sempre che la maggioranza regga: Forza Italia, Fratelli d’Italia e Siamo Veneto, oltre ai tosiani, non hanno affatto gradito le modalità con cui la quarta versione della riforma è stata tirata fuori dal cilindro dalla sola Lega e hanno abbandonato la commissione per protesta. E oggi si apre una lunga settimana di discussioni nella commissione competente del consiglio regionale.

Sanità veneta, riappare la riforma. Nove Ulss e molti poteri all’Azienda zero

Le Ulss saranno nove
Dal 1° gennaio 2017 quindi le Ulss saranno nove, due in più rispetto alle sette previste all’inizio.
Le aziende sanitarie saranno due nel Veneziano e nel Vicentino: salva l’attuale Ulss 10 del Veneto orientale che diventa Azienda Ulss 4 e mantiene la sede a San Donà di Piave; nuova di zecca l’Ulss 7 Pedemontana che avrà sede a Bassano e ingloberà l’attuale azienda sanitaria Altovicentino di Thiene e Schio.
«Con le nomine di fine 2015 il presidente Zaia aveva dato un indirizzo chiaro – commenta il capogruppo leghista Nicola Finco, ammettendo che anche altre province avrebbero voluto la doppia Ulss – Non è detto che in futuro non si possano ridisegnare i confini d’intesa con il territorio».

Azienda zero: mille funzioni
Impressiona l’elenco delle funzioni che la giunta regionale «può attribuire» alla nascitura Azienda zero. Seppur sottoposta «al controllo e alla vigilanza» diretta di palazzo Balbi, l’azienda concorrerà a «definire e realizzare gli obiettivi di governo in termini di sanità e sociale» stabilendo anche i risultati che le altre Ulss dovranno raggiungere.
L’ente avrà competenza sulla Gestione sanitaria accentrata (Gsa) e quindi gestirà i flussi di cassa per finanziare il fabbisogno sanitario regionale, definirà gli indirizzi in materia contabile per tutte le altre Ulss e oltre che degli acquisti si occuperà delle procedure di assunzione del personale, delle infrastrutture informatiche e degli uffici relazioni con il pubblico di tutte le nove aziende sanitarie locali.

Project financing
Infine, all’Azienda zero verrà dato anche il potere di «vigilanza e controllo nei confronti delle aziende Ulss, aziende ospedaliere, aziende ospedaliero-universitarie e Iov in materia di finanza di progetto».
Tradotto significa che potrà monitorare i molti project financing attivi in Veneto per la costruzione di nuovi poli ospedalieri (tra cui l’Angelo di Mestre, l’ospedale unico Altovicentino di Santorso, il San Valentino di Montebelluna, l’ospedale Madre Teresa della Bassa Padovana a Schiavonia, e molto probabilmente anche il futuro ospedale di Padova).
«Abbiamo accolto la proposta del consigliere Berlato (Fdi) che va nell’ottica di sgravare i direttori generali da tutto ciò che non è sanità – aggiunge Finco – Questa misura è però ancora in via di definizione, specie per i contratti già sottoscritti il cui monitoraggio spetterebbe alle Ulss che li hanno firmati».

Minoranza
Critiche al maxiemendamento arrivano da Claudio Sinigaglia (Pd): «Sarà una super-super-Azienda zero», dice stigmatizzando la poca chiarezza sulle conferenze dei sindaci: «A Padova sarà composta da 104 sindaci: numeri che preoccupano».
A breve arriverà la controproposta democratica per la sanità veneta.

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