Le scuole materne sono al collasso: «stato e regione ci stanno facendo morire»
Venerdì 7 e sabato 8 novembre assemblee provinciali dei gestori delle scuole aderenti alla Fism. Non sono escluse clamorose azioni di protesta, intanto è stato proclamato lo stato di agitazione. Mancano quasi 70 milioni di contributi che stato e regione devono ancora versare.
Le scuole materne paritarie del Veneto attendono 28 milioni di contributi in ritardo da parte del ministero dell’istruzione e circa 40 milioni di euro della regione. Una montagna di soldi, che stanno determinando una drammatica situazione di sofferenza.
In questo fine settimana si tengono le assemblee provinciali straordinarie della Federazione italiana delle scuole materne (Fism), con l'unica eccezione di Padova che si incontrerà il 14 novembre.
I gestori di 1.073 scuole dell’infanzia paritarie che accolgono 91.516 bambini tra 0 e 6 anni di età e che impiegano 9.280 dipendenti, stabiliranno nelle assemblee quali iniziative intraprendere per manifestare la preoccupazione per la grave crisi che stanno attraversando le scuole a causa dei ritardi nell’erogazione dei contributi dovuti da stato e regione.
Nelle assemblee assieme ai gestori saranno presenti anche i comitati di gestione, le associazioni dei genitori, le coordinatrici.
«Nei prossimi giorni – afferma il presidente Fism Veneto Stefano Cecchin – si conosceranno le scelte. Di certo non possiamo e non vogliamo più assistere all’annuale stillicidio di decine di scuole chiuse, alla conseguente interruzione della frequenza o mancata iscrizione agli anni successivi di circa 1.000 bambini a motivo anche dell’innalzamento delle rette con un disagio enorme per le famiglie, e alla perdita di centinaia di posti di lavoro, nell’indifferenza di chi dovrebbe avere tutto l’interesse a continuare a contribuire a mantenere attivo un servizio di qualità, inserito nel sistema pubblico dell’istruzione e che viene offerto a meno della metà di quanto costa quello statale”.
