Veneto: fiumi quasi in secca, falde sempre più basse. La siccità è dietro l'angolo

In Veneto nel 2016 le precipitazioni annuali sono risultate nella norma, ma la loro distribuzione mensile e spaziale è stata abbastanza irregolare, con situazioni di surplus nei mesi di febbraio, maggio e giugno e con carenza di precipitazioni in gennaio, aprile, luglio, settembre e, soprattutto, in dicembre. Un inverno asciutto e le piogge di febbraio non sono dunque bastate a compensare la scarsità di acqua in regione. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto, stilato da Arpav, documento periodico che fornisce un quadro sintetico sulla disponibilità delle risorse idriche superficiali e sotterranee nella regione.

Veneto: fiumi quasi in secca, falde sempre più basse. La siccità è dietro l'angolo

In Veneto nel 2016 le precipitazioni annuali sono risultate nella norma, ma la loro distribuzione mensile e spaziale è stata abbastanza irregolare, con situazioni di surplus nei mesi di febbraio, maggio e giugno e con carenza di precipitazioni in gennaio, aprile, luglio, settembre e, soprattutto, in dicembre.
Un inverno asciutto e le piogge di febbraio non sono dunque bastate a compensare la scarsità di acqua in regione. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto, stilato da Arpav, documento periodico che fornisce un quadro sintetico sulla disponibilità delle risorse idriche superficiali e sotterranee nella regione.
Nonostante il recupero di febbraio, che ha registrato un 39 per cento in più di precipitazioni rispetto alla media, la riserva degli ultimi mesi risulta decisamente inferiore alla media del periodo: da ottobre a febbraio si registra un deficit del 27 per cento. Per riequilibrare il deficit, a marzo dovrebbero cadere su tutta la regione 200 millimetri di pioggia quando la media del mese è di 70: obiettivo che sembra difficile da raggiungere anche perché l’alta pressione continua a farla da padrone.

Neanche la neve sta aiutando.
Febbraio è risultato mite (1,8 gradi di media) e dal giorno 11 in poi, eccetto il giorno 24, le temperature sono state sempre superiori alla media. La neve è caduta nella prima decade del mese e l’ultimo giorno, il 28, ma non si è visto niente di eccezionale: 100-110 cm a 2.200 metri di quota, 60-70 cm a 1.600 e 35-55 cm a 1.200 metri. Ma se in pianura qualcosa è migliorato, nell’area dolomitica si sono registrati i valori minimi, con solo 36 millimetri, e così se la media è risalita, il deficit è rimasto immutato.

Per quanto riguarda le falde acquifere, infatti, nonostante a febbraio ci sia stato un aumento, la situazione generale registra vaste zone dove i livelli sono vicini ai minimi assoluti di riferimento (anni 2002-2003).
Anche la portata dei fiumi risulta nettamente inferiore alle medie storiche e ormai prossime, se non addirittura inferiore, in alcuni casi, a quelle minime delle recenti annate siccitose. Così il bacino del Piave segna un meno 40 per cento di raccolta, seguito dall’Adige con meno 33, dal Livenza con meno 32 e dal Brenta che a sua volta raggiunge il meno 30 per cento. I livelli del bacino del Brenta evidenziano un continuo calo, con una diminuzione assoluta di 81 cm registrata alla stazione di Schiavon, e anche nella media pianura i livelli sono in continuo calo: a Cittadella sono sotto i minimi del mese con valori ormai prossimi ai minimi assoluti degli ultimi 20 anni, mentre il pozzo di monitoraggio di Castelfranco Veneto è già asciutto.

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Parole chiave: acque (3), pioggia (1), precipitazioni (1), siccità (10), falde (2)