Sulla scalinata di palazzo Moroni "Carmina burana" di venti cori

Il progetto della consulta padovana dell’Associazione per lo sviluppo delle attività corali (Asac) ha messo insieme dal novembre scorso duecento tra soprani, baritoni, contralti e tenori appartenenti a quasi venti compagini da tutto il Padovano.

Sulla scalinata di palazzo Moroni "Carmina burana" di venti cori

Si presenta con tutti i crismi del “successo annunciato” il concerto in programma sabato 18 giugno alle 20.45 nel cortile di palazzo Moroni (ingresso libero; in caso di maltempo sarà spostato nella chiesa di Santa Maria dei Servi in via Roma). In cartellone, infatti, c’è una delle opere in assoluto più amate e ricche di appeal del repertorio classico: Carmina burana di Carl Orff. Una composizione spettacolare tanto per le orecchie quanto per gli occhi, dato che saranno oltre duecento i musicisti impegnati nell’esecuzione, diretta dal maestro Alessandro Kirschner.

Il concerto, che sarà replicato domenica 26 giugno al palasport di Piove di Sacco, è organizzato dalla consulta di Padova dell’Associazione per lo sviluppo delle attività corali del Veneto (Asac) e rappresenta una sorta di “vetrina” della coralità padovana. È da ormai 36 anni che l’Asac organizza in municipio una rassegna di musica profana, affiancata da una, itinerante, dedicata al repertorio sacro.

L’idea di costituire un grande “coro dei cori”, che raccolga cantanti provenienti da tutte le compagini associate – una quarantina – e permetta loro di confrontarsi con opere che le singole formazioni, da sole, non potrebbero affrontare, è recente, essendosi concretizzata nel 2013. Il primo progetto fu “Viva Verdi”, seguito, nel 2014, da “Messa di Beethoven”. Anche per Carmina burana è stato lanciato un invito a fornire quanti più soprani, contralti, tenori e bassi possibile. La risposta, commenta soddisfatto Alessandro Kirschner, compositore, direttore di coro e docente, membro della commissione artistica dell’Asac, ha superato di gran lunga le attese: «Dovevamo poter contare su almeno cento persone. Se ne sono presentate il doppio, a conferma che avevamo puntato sul brano giusto. Alcune corali hanno aderito al completo, altre con qualche elemento: sono stati tutti accolti». La preparazione è iniziata lo scorso novembre con una prova al mese, poi raddoppiata con l’avvicinarsi del debutto. Kirschner, coadiuvato dai maestri Stefano Lovato e Paolo Piana e, al pianoforte, da Franco Massaro, si dichiara soddisfatto del percorso compiuto: «I cantanti arrivavano alla prova avendo già studiato la parte assegnata, per cui è stato possibile concentrarsi direttamente sugli aspetti musicali e interpretativi. Carmina burana, del resto, dà grandi soddisfazioni non solo al pubblico, ma anche agli esecutori, per quanto sia tutt’altro che facile da imparare e padroneggiare. Il Medioevo messo in musica dal compositore bavarese comporta difficoltà tecniche importanti, vuoi per la lingua arcaica dei testi, vuoi per le sonorità decise che occorre saper tenere a lungo. Tra i problemi che abbiamo dovuto affrontare c’è stato quello della prevalenza delle voci femminili rispetto a quelle maschili, ma alla fine abbiamo trovato un buon equilibrio e sono convinto che il risultato piacerà».

Nei due concerti di Padova e Piove di Sacco la cantata di Orff verrà eseguita nella versione “ridotta” per coro, percussioni e due pianoforti: «Scritturare una grande orchestra sarebbe stato troppo oneroso. Tuttavia la versione che proponiamo nulla toglie alla bellezza di quest’opera, anzi, se possibile, la presenza delle sole percussioni, rinforzate dalla coppia di pianoforti, la rende ancora più coinvolgente, accentuando l’aspetto ritmico e l’impatto di molti passaggi».

Quest’esecuzione di Carmina burana è, in definitiva, una cartina al tornasole dello stato di salute della pratica corale nel Padovano. «Negli ultimi anni la vocalità italiana è molto cresciuta. C’è un’amatorialità di alto livello da cui scaturisce, non di rado, anche un’attività di tipo professionale e che sempre più spesso ottiene prestigiosi riconoscimenti internazionali. Padova non fa eccezione. La situazione è positiva, abbiamo tanti bravi cori di voci bianche e tante altre formazioni piene di giovani. Credo che il segreto sia stato, per l’Asac, l’aver puntato molto sulla formazione dei direttori. Essi, ora, non sono più semplici appassionati, ma musicisti preparati, capaci di gestire e far maturare i gruppi loro affidati». L’allestimento di Carmina Burana – che, ammette Kirschner, solo pochi anni fa sarebbe stato impossibile – è la prova che l’Asac ha saputo innescare un circolo virtuoso: «Simili produzioni, che puntiamo a fare ogni anno, portano benefici all’intero movimento perché chi vi partecipa studia un repertorio nuovo e stimolante, lavora con musicisti di provata esperienza e si confronta con altri appassionati, riversando poi i frutti di quest’esperienza all’interno del proprio coro».

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