Prestito della Speranza a microimprese e famiglie in difficoltà

Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ha presentato l'iniziativa di microcredito che consentirà l'erogazione di 100 milioni di finanziamenti grazie a un fondo di garanzia della Cei di 25 milioni provenienti dall'8x1000. Il cardinale: «Il paese è in affanno, fatica ad interpretare la ripresa e a costruire il suo domani». L'impegno della Caritas Italiana ribadito dal presidente, Luigi Bressan.

Prestito della Speranza a microimprese e famiglie in difficoltà

A partire dal 2 marzo, attraverso la rete delle Caritas diocesane, sarà proposto su tutto il territorio nazionale, nelle filiali specializzate del Gruppo Intesa Sanpaolo, il “Prestito della Speranza”, progetto già avviato nel 2009 e che è stato illustrato a Roma, alla presenza del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei; del presidente di Caritas Italiana, monsignor Luigi Bressan; dell’amministratore delegato di Banca Prossima Marco Morganti e del Consigliere delegato e Ceo Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.

Cento milioni grazie alla garanzia della chiesa italiana
L'obiettivo è quello di erogare 100 milioni di finanziamenti garantiti da un fondo di 25 milioni costituito da risorse della Cei, provenienti dall' 8x1000 e affidato a Banca Prossima, la banca del Gruppo dedicata al no profit laico e religioso.
Con la presentazione si conclude, dopo 4 anni di esperienza, la seconda fase di questo progetto nazionale di microcredito promosso dalla Cei per l'erogazione di finanziamenti destinati alle famiglie in stato di vulnerabilità economica e sociale e alle microimprese escluse dall'accesso al credito ordinario, con 26 milioni di euro erogati in 4.500 micro finanziamenti, dei quali il 47,5 per cento concessi da Intesa Sanpaolo.

Accanto a un paese in affanno
Nel presentare la nuova fase del progetto, il card. Bagnasco ha ricordato che «la crisi economica perdura, anche se in sede europea vi sono segnali giudicati positivi e promettenti. Anche la notizia dell’approvazione da parte della Commissione europea della legge di stabilità è un segnale incoraggiante e, nel contempo, un monito per la concreta attuazione delle riforme».
Tuttavia, ha detto, «quotidianamente tocchiamo con mano come il disagio continui a tormentare moltissime famiglie che, da tempo, non arrivano a fine mese. I nostri giovani e i meno giovani conoscono l’amara esperienza di sentirsi inutili e destabilizzati, perché privi di un’occupazione e di una prospettiva sicura. Molte nostre imprese – la cui vitalità è decisiva per restituire competitività al paese – sono logorate su più fronti, quando non costrette alla resa».
Le ultime indagini Istat, inoltre, «indicano che l’incidenza della povertà e una diseguaglianza nella distribuzione del reddito, sono indicatori significativi di un paese in affanno, che fatica a interpretare la ripresa e, quindi, a costruire il suo domani».
Davanti ai perduranti segnali di crisi e alle segnalazioni dei conseguenti bisogni che arrivano dal territorio grazie alle Caritas diocesane, la Cei ha ritenuto di dover rilanciare il Prestito della Speranza.

Due forme di credito: a famiglie e imprese
Il "Prestito della Speranza 3.0" presenta delle novità: oltre al credito sociale rivolto alle persone e alle famiglie, il finanziamento sarà aperto, ha sottolineato il cardinale, anche verso «le microimprese o le nuove iniziative imprenditoriali capaci di creare opportunità d’investimento e nuovi posti di lavoro».
L’emergenza lavoro e la nuova occupazione rappresentano, infatti, per Bagnasco, «gli obiettivi veri del Prestito della Speranza che, con Intesa Sanpaolo per il biennio 2015-2016, auspichiamo di poter ottenere, erogando più credito e a tassi molto contenuti a famiglie e persone in temporanea difficoltà. “Fare Impresa” è la proposta rivolta a enti o aziende all’inizio del loro progetto o in fase di ristrutturazione, in grado quindi di attivare investimenti privati e nuovi posti di lavoro».
Concretamente il Prestito si articolerà in due distinte forme di credito: il “Credito sociale”, destinato alle famiglie disagiate, con un prestito di importo massimo di 7.500 euro erogato in 6 rate bimensili di 1.250 euro ciascuna come forma di sostegno al reddito; “Credito fare impresa”, destinato alle microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con un prestito erogato in unica soluzione dell'importo massimo di 25.000 euro.
Particolare attenzione verrà rivolta ai giovani under 40. I tassi applicati, che si avvalgono del funding Bce e della garanzia assicurata dalla Cei, sono fissi e pari al 2,50 per cento per i prestiti erogati alle famiglie, con una rata mensile media indicativa di 138 euro e al 4,60 per cento per le microimprese, con una rata/mese stimata in 468 euro. La durata del prestito è di complessivi 6 anni di cui 5 di ammortamento che decorre dopo 12 mesi dall’erogazione. La Banca erogherà, quadruplicato, il fondo di garanzia da 25 milioni di euro messo a disposizione dalla Cei.

L’impegno Caritas
Il presidente di Caritas Italiana, mons. Luigi Bressan, ha ribadito l’impegno delle Caritas diocesane «nell’educare alla solidarietà e alla coesione. Per questo motivo molte Caritas hanno chiesto di rinnovare questo prestito e hanno accolto con entusiasmo le condizioni attuali. La rete Caritas – ha aggiunto – cerca di rispondere ai bisogni della nostra gente nei 5 mila Centri di ascolto offrendo tanti servizi essenziali».
I destinatari dei prestiti saranno individuati proprio a livello locale, in collaborazione con i volontari dell’associazione Vobis, che si occupa, tra le altre cose, di famiglie che versano in condizioni di difficoltà per favorire la loro inclusione finanziaria, nonché prevenire e combattere i fenomeni di sovraindebitamento che potrebbero coinvolgerle.
«Alla Caritas spetterà la prima accoglienza e il dare il giusto consiglio alle famiglie e alle persone perché esaminino questa possibilità aiutate dall’associazione Vobis. Non vogliamo fare assistenzialismo ma essere un organismo che accompagna le persone nel loro sviluppo perché possano crescere e contribuire allo sviluppo della società».

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Fonte: Sir